Si è trattato di un interessante incontro, vissuto con molto interesse e attenzione da parte del nutrito pubblico presente in sala. L’ecumenismo, un tema troppo attuale e urgente per passare inosservato, esso ci fa acquisire una consapevolezza forte, propria di una una società dove le relazioni diventano fondamentali per la crescita dei ogni singolo individuo e il dialogo tra le varie comunità resta l’unico canale di speranza.
“Prima del Concilio Vaticano II, la parola Ecumenismo, cioè il complesso di progetti e sforzi per l’unità dei cristiani, era sconosciuta per molti, o meglio, nessuno sapeva di cosa si trattasse nello specifico. Lavorare per costruire relazioni tra le varie religioni è un opera non semplice – affermava Silvio Daneo- ciò che ho imparato dalle altre religioni mi ha arricchito e aiutato a rafforzare le mie convinzioni, il mio Credo, restando fedele alla preghiera”. Daneo ha elencato nel suo intervento quattro tipi di dialogo: il dialogo della vita, il dialogo della comunione esperenziale , il dialogo teologico e il dialogo delle opere. Noi siamo chiamati al dialogo della Vita, siamo “candidati ad essere operatori di dialogo della vita”. Inoltre ha esortato i presenti ad elimane gli elementi che creano divisione per lasciar spazio a ciò che unisce, “il nostro lavoro è quello di vivere e di testimoniare”.
Presente all’incontro Mons. Carlo Bresciani, ha sottolineato l’importanza dell’uguaglianza “fondamentale con tutti, perché siamo tutti figli di Dio…le differenze devono essere trasformate in opportunità, non in ostilità. Restando coerenti con noi stessi, ma senza essere rigidi.”