“Improrogabili canali umanitari e legali d’ingresso per i migranti in Europa”. È quanto chiede oggi la Fondazione Migrantes: mentre a Bruxelles si discute nel Mediterraneo “si muore. E a morire sono ancora i più piccoli e i più deboli”, denuncia il direttore, monsignor Giancarlo Perego. Serve “un’operazione di salvataggio in Mare che interessi tutto il Mediterraneo, accompagnata dalla nascita finalmente di canali umanitari d’ingresso in Europa per donne e bambini anzitutto in fuga da Siria, Eritrea, Iraq, ormai improcrastinabili”. Per il direttore Migrantes occorre “valutare nuovamente la possibilità di canali d’ingresso legali, che nascano dall’incontro tra domanda e offerta di lavoro, per gli altri migranti provenienti soprattutto dall’Africa Sub-Sahariana”. “Invece – aggiunge – si sta rischiando di fermare i migranti attraverso il ritorno a frontiere nazionali, a muri e controlli, sospendendo il trattato di Schengen. Una catastrofe soprattutto per il mondo giovanile, anche per i nostri giovani emigranti, che, oltre a non avere un lavoro in Italia (nel 40% dei casi), faticheranno anche a spostarsi in Europa alla ricerca di un lavoro”. Insomma, “un ritorno ai nazionalismi, ai protezionismi, agli individualismi che contraddicono la necessità di una cittadinanza globale, che fanno dimenticare il principio della destinazione universale dei beni r la giustizia sociale, che creano veramente insicurezza e illegalità, precarietà e sfruttamento, dispersione di risorse mai come oggi necessarie per la crescita”, conclude monsignor Perego.