DIOCESI – Volgendo al termine la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani l’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo, diretto da Don Vincent C. Ifeme, coadiuvato dal movimento Rinnovamento nello Spirito, ha organizzato un momento di preghiera comune con alcuni fedeli di diverse confessioni religiose.
Questa iniziativa è stata salutata da molti con grande entusiasmo perché si trattava della prima volta che un tale evento avesse luogo nella nostra Diocesi.
Altre realtà diocesane hanno infatti una tradizione consolidata in tal senso, ed è un segno importante che anche la Chiesa Truentina si apra al dialogo tra credenti che professano la stessa fede in Gesù Cristo.
Quindi nel pomeriggio di Domenica 24 la parrocchia di San Filippo Neri di San Benedetto del Tronto è stata il luogo che ha accolto il primo passo di questa nuova iniziativa.
A presiedere la Celebrazione Ecumenica della Parola di Dio, oltre al Vescovo Carlo Bresicani, un Rappresentante della Chiesa Ortodossa Romena, uno della Chiesa Evangelica Christ the only way, ed uno della Battista delle Marche.
Dopo alcuni canti ed invocazioni dello Spirito Santo, l’ascolto di alcuni testi biblici ha offerto l’occasione a coloro che presiedevano di tenere ciascuno una piccola omelia.
Il Vescovo Carlo ha messo in risalto il fatto che la chiamata alla vocazione cristiana è personale per ciascuno di noi, e che nel nostro cammino ecclesiale cerchiamo di conoscere al meglio il volto di Cristo. Forse non sarà mai possibile comprenderlo del tutto, per questo è importante il dialogo tra coloro che credono in Gesù, proprio per cogliere tutte le sfaccettature di un Dio che si rivela a ciascun uomo, dotato di una comprensione singolare.
Mons. Bresciani poi sottolineato lo scandalo della divisione tra cristiani che ancora oggi permane, concetto che è stato ripreso anche dagli altri rappresentanti, che hanno espresso bene che la divisione non provenga da Dio ma dai limiti umani.
L’unità non solo è concepibile, ma anche possibile, non cercando l’omologazione, ma conciliando le diversità. E’ stato opportunamente usato il paragone tra moglie e marito che pur diversi sono uniti a formare una cosa sola nell’amore.
La preghiera si è chiusa poi con il gesto simbolico del lucernario, acceso dai rappresentanti e propagato a tutti i fedeli e con l’esecuzione di alcuni canti del repertorio della musica sacra liturgica ortodossa.
La nostra chiesa diocesana ha vissuto un bel momento assieme ad alcuni membri di altre confessioni, uniti in Cristo, come in una piccola polifonia. Sicuramente questo evento costituisce un passo importante verso un futuro di condivisione.
Non una cerimonia ricca o complessa, ma un dialogo quasi intimo, che poi è quello più veritiero, il modo di comunicare tra veri fratelli.