La Giornata della Memoria che il 27 gennaio il Comune di San Benedetto del Tronto celebrerà nell’ambito di un’iniziativa rivolta alle scuole sarà uno di quei momenti di riflessione per la città, e in particolare per gli studenti, non solo sul grande, immane dramma della Shoah, ma anche sull’attualità di fenomeni che rischiano di cambiare, e non in meglio, la storia dell’Italia e dell’Europa.
Ovviamente non è possibile alcun paragone tra quanto accadde durante la Guerra, il genocidio programmato di milioni di persone “diverse”, e gli atti di progressiva chiusura che si registrano nell’Europa di oggi: ma sicuramente i muri, le recinzioni, le espulsioni, la paura del “diverso” che risorgono prepotenti in questi tempi di smarrimento costituiscono il brodo di coltura ideale per il rafforzarsi di fenomeni di esclusione sociale e prevaricazione violenta.
E allora non bisogna mai stancarsi di proporre, stimolare, aiutare a riflettere. Qualche giorno fa, il Ministero dell’Istruzione e l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) hanno siglato a Cracovia un protocollo con il quale si avvia un piano nazionale per l’educazione alla Shoah nelle scuole e nelle Università italiane. Mi piace pensare che il nostro impegno sia stato precursore nel rendere obiettivo istituzionale quello di ricordare e far ricordare quanto l’umanità sia stata capace di commettere e soprattutto quanto sia stata supina nell’accettare crimini di quelle dimensioni.
Lo dobbiamo innanzitutto a noi stessi e alle generazioni che verranno per non lasciare alcuno spazio agli inauditi tentativi di rilettura dei fatti, primo passaggio verso la loro giustificazione.
Sono sicuro che anche stavolta studenti e cittadini risponderanno all’appello del Comune e di meritorie realtà associative che con noi collaborano di stare insieme per tenere vivo il ricordo dei fatti del passato, passaggio indispensabile per progettare un futuro fatto di rispetto assoluto della dignità umana.