Di Gianni Borsa
Offrire alle famiglie, alle parrocchie, alle sale di comunità, “una selezione di titoli cinematografici da riscoprire lungo il Giubileo straordinario”, che affrontano, con il linguaggio del film, le opere di misericordia corporale e spirituale. Una modalità originale per addentrarsi nel Giubileo, passando per la “porta” della cultura. L’iniziativa – intitolata “Il Giubileo al cinema” – porta la firma della Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale italiana-Fondazione Ente dello spettacolo, in accordo con l’ufficio Comunicazioni sociali della Cei.
Si comincia con “In grazia di Dio”. Il presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, don Davide Milani, illustra il ciclo di proposte cinematografiche legato al Giubileo della misericordia indetto da Papa Francesco.Ogni settimana, in sostanza, a partire da ieri giovedì 28 gennaio, “è stato proposto un film legato ai temi della misericordia, accompagnato da una lettura di taglio critico-educational”.Si parte con “In grazia di Dio”, pellicola di Edoardo Winspeare (la scelta si indirizza su opere uscite per lo più nel 2014 o 2015), che vorrebbe richiamare il “dar da mangiare agli affamati”; il 4 febbraio sarà la volta di “Tracks”, di John Curran, per “dar da bere agli assetati”. E avanti con “alloggiare i pellegrini”, “visitare i carcerati”, “consigliare i dubbiosi”, fino a “pregare Dio per i vivi e per i morti”, illustrato con “L’attesa” di Piero Messina. Le schede critiche dei film, con suggerimenti per eventuali approfondimenti, saranno pubblicate sul sito della Commissione nazionale valutazione film (www.cnvf.it – sezione Sguardi di fede) e sul portale dell’ufficio Comunicazioni sociali (www.chiesacattolica.it/GMCS2016), nella sezione sviluppata appositamente per il Messaggio per la 50ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma l’8 maggio prossimo.
Sulle orme dell’Anno santo. Quello che proponete assomiglia a un dialogo tra catechismo e cultura, non è vero? “Occorre chiarire quale strumento sia il cinema – puntualizza don Milani –.Non c’entra con il catechismo, non trasmette verità. Piuttosto il testo filmico racconta un’esperienza, è uno sguardo sulla realtà che ci circonda.Quella stessa realtà in cui vive immerso il cristiano e che può essere illuminata dalla misericordia”. Così i film “richiamano, con il loro specifico linguaggio, la quotidianità e ne offrono chiavi di lettura, forniscono spunti di riflessione a partire da una visione ‘laica’. Si tratta di una opportunità di approfondimento” per comprendere il senso dell’anno giubilare e “per allargare l’orizzonte della nostra esperienza umana e cristiana”.
La “mediazione” familiare e comunitaria. Quali sono i destinatari dell’iniziativa? Don Davide Milani spiega a questo proposito: “Direi anzitutto le famiglie. C’è infatti un utilizzo home del film – naturalmente utilizzando i canali legali – che valorizza l’aspetto educativo. In casa, ad esempio, i genitori possono leggere le schede proposte, scegliere il film, parlarne con i ragazzi, coi quali vedere poi insieme l’opera. Così si contribuisce anche a superare quella frammentazione domestica che talvolta sperimentiamo,
mentre entra in gioco, soprattutto nel caso di figli minori, la necessaria mediazione culturale della famiglia.
In questo modo si potrà parlare del tema della misericordia, della fede, del cammino dei credenti nel mondo di oggi”. Ulteriori destinatari “sono i gruppi parrocchiali, gli oratori, gli incontri di catechesi, che, a partire dalle schede, individuano la pellicola da vedere e discutere. E poi ci sono le sale della comunità, o altre sale che vogliono fornire” una proposta pensata e di qualità.
Collaborazione con i media. . Don Milani aggiunge:“Vorremmo far passare questa proposta anche grazie alla collaborazione con i media”.Le schede dei film “verranno riprese, settimanalmente, da alcune radio cattoliche; sul quotidiano Il Giorno consiglieremo un film a settimana; anche il Sir darà il suo contributo, valorizzando le nostre proposte e facendole giungere alla rete dei settimanali cattolici diocesani”.
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