SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domani, sabato 6 febbraio, alle ore 17.00, presso la Galleria Calabresi (Rotonda Giorgini), la Prof. Rosa Maria Badalini presenterà i costumi delle sue maschere esposti nella mostra dal titolo “Le Maschere di Rosa Maria”. La presentazione verrà condotta dal Dott. Giuseppe Spalazzi e prenderanno la parola la dott.ssa Maria Rita Bartolomei, antropologa, con un intervento dal titolo “Il linguaggio delle maschere in Africa”, e l’architetto Daniele Paolini con un intervento dal titolo “Pietro Longhi, pittura e cronaca mondana nella Venezia del ‘700”. Si terrà anche un’esibizione del balletto folkloristico dell’U.T.E.S.
L’artista delle maschere, Rosa Maria Badalini, è nata a Milano e si è trasferita a San Benedetto del Tronto subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. La Badalini è una persona molto conosciuta in zona, nonostante la sua evidente riservatezza, per aver insegnato, per 35 anni, educazione artistica a generazioni di adolescenti; infatti, dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma, intraprende subito questa professione e con i primi soldi guadagnati inizia a viaggiare: visita tutta l’Europa, poi l’Egitto, la Libia, la Cambogia, la Cina, la Tailandia, ecc… Nei suoi viaggi ha prediletto le visite presso le zone archeologiche e da alcune di queste ha tratto l’ispirazione per le sue maschere come quella di Tlaloc, il dio della pioggia peruviano o il diavolo bianco ispirato ad un rito woo-doo a cui ha assistito a Cuba. Negli anni della pensione Rosa Maria si è dedicata anche all’arte della pittura, in casa tiene esposti diversi quadri ad acquerello e ritratti di bambini a sanguigno. L’artista ricorda che iniziò ad impegnarsi nella realizzazione delle maschere per puro caso: una collega le fece vedere un costume da gallina che le piacque molto, pensò quindi di realizzarlo e indossarlo in occasione del carnevale di Offida; era una giovane ragazza e il fatto di potersi mascherare senza farsi riconoscere, per correre e scherzare, la affascinava. Nel corso del tempo, insieme ad alcuni amici, inizia l’esperienza dei gruppi mascherati; usando la fantasia, l’inventiva, il talento per la pittura e l’arte del cucito, trasmessale dalla madre, incomincia a confezionare personalmente vestiti per sé e per il suo gruppo di amici, inventando nuovi soggetti dettati dal piacere di costruire immagini lontane dalla realtà. A distanza di anni conserva con molta cura i suoi costumi con i quali, spesso, ha partecipato anche al Carnevale di Venezia, dove ha avuto modo di ammirare i bei costumi veneziani e di vedere che anche i suoi venivano apprezzati. Oggi, incoraggiata da persone molto vicine a lei ha deciso di tirare fuori dai pacchi le sue “opere d’arte” per esporle nelle vetrine dei negozi della Galleria Calabresi… e chissà se un giorno avremo la possibilità di vedere esposti anche i suoi bellissimi quadri!