Nel 2015, la Chiesa cattolica ha contribuito con 150 milioni di dollari all’assistenza umanitaria di più di 4 milioni di persone. Lo ha detto oggi a Londra monsignor Paul R. Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, alla Conferenza dei Paesi donatori per la Siria “Sostenere la Siria e la regione”. Tra questi, 37 milioni sono andati a programmi di educazione in Libano e Giordania; ad aiuti alimentari sono stati destinati 30 milioni di dollari, di cui 25 milioni distribuiti in Siria; ad aiuti non alimentari circa 30 milioni in Siria e in Iraq. Circa 16 milioni sono stati destinati all’ambito sanitario di Siria, Giordania e Iraq. Mons. Gallagher ha assicurato l’impegno della Chiesa cattolica a proseguire l’assistenza umanitaria e ha precisato: “Nella distribuzione degli aiuti, le agenzie cattoliche e gli enti non fanno alcuna distinzione per quanto riguarda l’identità religiosa o etnica di coloro che necessitano di assistenza, e cercano sempre di dare priorità ai più vulnerabili e ai più bisognosi”. Particolarmente vulnerabili “le minoranze religiose, tra cui i cristiani, che soffrono in modo sproporzionato gli effetti della guerra e dello sconvolgimento sociale nella regione. La loro presenza ed esistenza sono gravemente minacciate”. Per questo motivo, ha concluso, il Papa “ha più volte richiamato l’attenzione alle esigenze particolari dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente”.