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A tu per tu con Patrizio Alessandrini, consigliere nazionale dell’Associazione Famiglie Numerose

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Diceva San Giovanni Paolo II che “la famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita e donare l’amore”. E a Sant’Egidio alla Vibrata c’è chi ha fatto di queste parole una bella e concreta realtà, e cioè Patrizio Alessandrini e Carla Nardinocchi che, oltre ad essere genitori di ben nove figli e anche lavoratori, riescono anche ad essere in prima linea su altri fronti: entrambi, infatti, sono consiglieri nazionali dell’Associazione Famiglie Numerose. Abbiamo chiesto a Patrizio di raccontarci la loro speciale esperienza visto che la loro famiglia è un’autentica testimonianza di apertura incondizionata alla vita, all’amore senza limiti e alla volontà di Dio.

Patrizio, come e quando nasce l’Associazione Famiglie Numerose in Italia?
L’associazione è nata a Brescia nel settembre del 2004 da un incontro in un supermercato di due papà Mario ed Enrico con i loro rispettivi carrelli della spesa: una casualità rivelatasi poi molto fruttuosa, visto che nel giro di 12 anni, da una semplice idea di due genitori di fare “qualcosa insieme” davanti alla constatazione di un pesce fresco troppo caro da comprare, è diventata poi un’associazione numerosissima, che oggi conta quasi 300.000 iscrizioni. Una realtà che ha avuto sin da subito una connotazione extra locale, una prospettiva nazionale: solo un anno dopo, infatti, Papa Benedetto XVI la benedisse a Roma e oggi essa è parte integrante dell’ELFAC (Confederazione europea delle Famiglie Numerose). Io personalmente, invece, l’ho conosciuta tramite un passaparola di un amico di San Benedetto del Tronto che a suo tempo me ne parlò; così mi informai, cercai il loro sito e mi iscrissi immediatamente poiché mi si materializzò davanti agli occhi una realtà che parlava della mia vita, della mia famiglia, di tutto ciò che vivevo nella mia quotidianità. Io e mia moglie Carla capimmo di non essere “soli”: c’erano come noi tantissime famiglie numerose che vivevano le nostre stesse situazioni, le stesse gioie, le stesse difficoltà e con le quali potevamo quindi confrontarci e condividere esperienze. Una volta inseriti in questa realtà, poi, è venuto da sé dare la nostra disponibilità per un aiuto più attivo e concreto all’interno dell’associazione: oggi, infatti, io e Carla siamo i coordinatori della provincia di Teramo e membri del Consiglio Nazionale.

 Quali scopi si prefigge l’associazione?
Innanzitutto, l’obiettivo principale è creare una rete di famiglie, una grande comunità nella quale riunirle e non farle sentire delle “mosche bianche”, nonchè uno “spazio” dove potersi incontrare, conoscere e scambiare idee ed esperienze. Inoltre, l’associazione vuole promuovere, salvaguardare i diritti delle famiglie numerose e sostenere la partecipazione attiva di esse alla vita culturale, sociale e politica del paese. Oggi, infatti, come già da 10 anni e più, l’Associazione Famiglie Numerose continua a “battersi” per difendere e tutelare i diritti e i bisogni di tanti genitori e di tanti bambini: da poco siamo riusciti, per esempio, ad ottenere la Family Card…non è stato affatto facile ma siamo contenti. La realtà, infatti, è che lo Stato Italiano “punisce” in maniera sistematica e programmatica chi ha deciso di mettere al mondo dei figli, indipendentemente dal numero. E quindi, cosa ancor peggiore, chi ha più figli è, davanti ad esso, il meno “favorito”. Noi vorremmo che venissero davvero applicati gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, con un riguardo particolare alle famiglie numerose. Poi questo “accanimento statale” è, secondo me, anche uno dei motivi del calo demografico: lo stato, infatti, invece di incentivare e tutelare le famiglie numerose, le ha disincentivate, cioè ha negli anni denigrato l’idea stessa di famiglia, l’ha resa “brutta”, “non appetibile”… Basta guardare la televisione dove la famiglia è presentata come un luogo di azioni malvagie, di delitti, che non è affatto il vero modello di famiglia: quelli non sono altro che pochi casi eccezionali di qualche famiglia “malata”. In tutte possono verificarsi momenti di crisi e di difficoltà, ma questi fortunatamente quasi mai degenerano in atti di atroce violenza.

Qual è la tua esperienza personale come padre di una famiglia numerosa?
E’ davvero bello essere in tanti a casa: noi sperimentiamo come Dio provvede veramente e concretamente, ogni giorno, alla nostra vita, intervenendo nei fatti del quotidiano. In fondo, poi, abbiamo scoperto la bellezza della famiglia anche conoscendone altre ed abbiamo compreso sulla nostra pelle che, affidandosi a Dio, tutto è possibile, anche avere una famiglia numerosa in cui vivere felicemente.

Come è possibile riuscire, nonostante un lavoro e nove figli, a trovare anche il tempo per dedicarsi, per di più attivamente, ad altre cose? E’ paradossale e allo stesso tempo stupefacente.
Direi proprio che questa è una caratteristica che hanno tutti i genitori di famiglie numerose, la capacità cioè di trovare, nonostante tutto, il tempo per tutto. E’ come se questo si dilatasse magicamente, in maniera esponenziale, per permetterci di essere sempre presenti su ogni fronte… e infatti siamo quelli che poi, ad esempio, sono disposti a fare i rappresentanti di classe e a ricoprire tanti altri ruoli, anche tra i più disparati.

E, infatti, come volevasi dimostrare, tu sei stato anche uno degli organizzatori del pullman di Sant’Egidio alla Vibrata che ha partecipato al Family Day. Avete affrontato all’interno della vostra Associazione questa scottante tematica?
Si, l’abbiamo affrontata ma è un tema sul quale non c’è un’omogeneità di pensiero. Ci sono punti di vista diversi ma io, personalmente, sono del parere che la famiglia e i figli vadano difesi, a prescindere che siano i propri o degli altri. E’ il principio stesso della creazione che c’è alla base che mi spinge ad essere un attivista in tal senso. Faccio, infatti, difficoltà a comprendere come, davanti a tematiche delicate come queste che oggi l’Italia si trova ad affrontare, ci possa essere una sorta di accondiscendenza generale in virtù di un forzato perbenismo, che non ha motivo di essere perpetuato. Credo, infatti, che in alcuni casi, come in questo appunto, sia necessario “alzare la voce”, agire secondo quel sano impulso di coscienza, intervenire concretamente per difendere ciò in cui si crede, cercando con tutte le forze di dire “no” ad ogni tipo di violenza, psicologica o fisica che essa sia, a danno dei bambini, perché di questo si tratta. E’ inconcepibile, infatti, per me lasciare che i figli vengano strappati dalle loro madri e che siano ridotti ad oggetti, a dei capricci per grandi. Qui non si tratta di voler andare contro qualcuno o di non voler rispettare le idee altrui: qui è in gioco la persona umana, la sua vita e il suo diritto ad avere una madre, sua madre. Davanti a queste aberrazioni, non riesco a non essere “carnale” e a non espormi. E’ la mia vocazione di padre a guidarmi, la responsabilità di un ruolo che il Signore mi ha chiamato a svolgere e al quale sento di non poter sfuggire. Io credo di avere una missione, che è quella poi di tutti i padri: difendere con tutte le proprie forze la famiglia. Il Signore ci chiama a difenderla così come lui l’ha creata. Credo proprio che da cristiani non si possa tacere davanti a tutto ciò, o almeno…io non posso e non voglio farlo.

Un tuo pensiero sull’Italia del domani e sulle possibili misure da adottare a tutela delle famiglie numerose.
Il nostro motto è “Più figli, Più futuro”: noi siamo come un giacimento aurifero di figli per l’Italia visto che il nostro paese risulta essere tra i più vecchi al mondo e con meno figli in assoluto. Chiaramente, potrebbero aiutare in tal senso delle politiche familiari che oggi purtroppo non esistono, ma non basterebbero comunque nemmeno quelle. A mio parere, infatti, credo che sia necessario innanzitutto un profondo rinnovamento condotto, innanzitutto, attraverso una politica culturale a favore dell’istituzione famiglia.

Sara De Simplicio: