DIOCESI – Nell’anno del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco, la Pasqua dell’Albergatore si concretizza nel Giubileo dell’operatore turistico: il Vescovo Carlo, infatti, invita gli Operatori turistici della diocesi a partecipare oggi, lunedì 15 febbraio, al loro giubileo.
L’evento è in collaborazione con enti Confcommercio, Confesercenti, Associazione Albergatori e ITB Italia, e seguirà il seguente programma:
– Ore 20.30 Raduno presso la rotonda Giorgini di San Benedetto del Tronto e Presieduto dal Vescovo pellegrinaggio aux flambeaux verso la cattedrale “Madonna della Marina”
– Ore 21.00 passaggio attraverso la Porta Santa e celebrazione della Santa Messa.
L’evento del Giubileo straordinario della Misericordia diventa, dunque, occasione favorevole per trasformare la semplice prestazione d’opera in “diaconia”, come trasparenza della carità. Secondo uno spirito di gratuità e di benevolenza verso gli ospiti, è necessario infatti promuovere uno stile di paziente sopportazione, di generosa apertura alle necessità dei fratelli, di cordiale accompagnamento di chi si sente “forestiero”. Nella celebrazione del Giubileo gli operatori e i lavoratori nel turismo sono invitati ad accogliere i valori dell’accoglienza, a viverli con semplicità e gioia, a crescere nella coscienza secondo le esigenze della carità. L’operatore turistico è testimone della Misericordia di Dio in quanto “Ministro dell’Accoglienza e dell’ospitalità”, soprattutto dalle nostre parti, dove il turismo ha una dimensione familiare: i turisti-villeggianti sono affezionati alla nostra gente, al nostro clima salubre e tornano volentieri ogni anno; non solo, moltissimi sono integrati anche nel tessuto socio culturale religioso dei nostri paesi.
Il Giubileo della Misericordia, intuizione-iniziativa di Papa Francesco, diventa così una straordinaria opportunità di umanizzazione, attraverso il quale fare conoscenza di Dio come il Padre buono di tutti, tenero e misericordioso. Infatti, come sottolineato dal Pontefice, la misericordia non è una parola astratta, ma un volto da riconoscere, contemplare e servire. E se noi vogliamo misericordia da Dio incominciamo a farla noi: tra concittadini, tra famiglie, tra popoli, tra continenti. Contribuire a realizzare una terra senza poveri vuol dire costruire società senza discriminazioni, basate sulla solidarietà che porta a condividere quanto si possiede, in una ripartizione delle risorse fondata sulla fratellanza e sulla giustizia.
Il desiderio del Papa è che questo Anno, vissuto anche nella condivisione della misericordia divina, possa diventare un’occasione per “vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio”.
E la Bolla ci ricorda che “possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo”!