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Diocesi, la lettera di Missio e Caritas per la quaresima di carità e segni giubilari

DIOCESI – Pubblichiamo di seguito la lettera dell’Uffico Missio, diretto da Don Nicola Spizzoni e della Caritas Diocesana, diretta da Don Gianni Croci, per la quaresima di carità e segni giubilari.

“Carissimi,
nell’anno straordinario sono state aperte tante porte della Misericordia. Ogni porta in quanto apertura praticata in un muro è possibilità concreta di entrare e di uscire, di sentirsi a casa da qualche parte, di accogliere e di essere accolti. Ora non si tratta soltanto di compiere un atto rituale, quanto di aver cura dei fratelli, soprattutto di quanti vivono situazioni di disagio e povertà (cfr. Lc 10,35).

I muri, i fili spinati, le chiusure, le paure che caratterizzano il nostro mondo, purtroppo anche a livello ecclesiale, non portano da nessuna parte: muore di solitudine chi sta dentro e di disperazione chi rimane fuori! L’accoglienza è un fatto  teologico, non tanto organizzativo  o politico, e ha la sua radice nel mistero stesso di Dio e del suo Verbo fatto carne. Scrive S. Paolo agli Efesini: Egli infatti è la nostra pace,  colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne” (Ef 2,4).

Nel tempo di quaresima, mentre accogliamo il dono della Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione, diveniamo a nostra volta misericordiosi, diventando soggetto attivi e propositivi, non soltanto di azioni pastorali e caritative per chi bussa alle nostre porte per un’accoglienza duratura, ma anche per consentire a chi non vuole lasciare la propria terra, di esercitare il diritto naturale a rimanervi.

Per questo motivo Missio e Caritas Diocesana propongono alle comunità cristiane di mettere in cantiere iniziative di informazione e formazione, quanto mai necessarie, circa il fenomeno della povertà, la questione del lavoro, i flussi migratori.

Per la quaresima di fraternità, domenica 13 marzo, proponiamo di devolvere quanto viene raccolto in parte per le mense Caritas e in parte per sostenere due microrealizzazioni: una in Mauritania dove lavorano le nostre suore del ‘Piccolo fiore di Betania’  e l’altra nelle Filippine dove sono impegnate le suore Teresiane di Ripatransone (cfr allegati). Per la realizzazione di questi progetti, che sono anche i nostri ‘segni giubilari’, verranno destinate anche le offerte raccolte in cattedrale nei diversi pellegrinaggi giubilari.

A tal proposito ci siano di stimolo le parole i papa Francesco su come va vissuto il Giubileo: “Con il giubileo, chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era diventato ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso. Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni, come accade adesso, se non sbaglio… Vi dico una cosa: se questo desiderio, se il giubileo non arriva alle tasche, non è un vero giubileo. Avete capito? E questo è nella Bibbia! Non lo inventa questo Papa: è nella Bibbia…Possiamo dire che il giubileo biblico era un “giubileo di misericordia”, perché vissuto nella ricerca sincera del bene del fratello bisognoso (Udienza 10.02.2016)

Sara De Simplicio: