CASTIGNANO – Ci troviamo a Castignano, centro di poco meno di tremila abitanti in provincia di Ascoli Piceno, nella chiesa truentina e patria di Templaria e dell’Anice verde, in un contesto morfologico contraddistinto da calanchi e vigneti.
Camminando per Borgo Garibaldi, ci s’immerge nel carnevale castignanese: carri, maschere e tante curiosità in una Castignano e mezza Italia pronta per sintonizzarsi su Sanremo, tra rapper francesi e la memorabile testimonianza di Giuseppe Ottaviani.
Punto d’arrivo di questa camminata è Piazza Umberto I, e durante il percorso nella Castignano Moderna e Contemporanea, ci siamo imbattuti con tante persone che portano uno o più lampioncini multicolori costruiti artigianalmente con perizia e passione
Arrivati in Piazza Umberto, uno dei due cuori dell’antica Castignano, vi è una vera e propria pletora di lampioncini di ogni colore. Tantissime persone entusiaste, non solo castignanesi, si odono le varietà di dialetti marchigiani e anche di oltretavollo e oltretronto, testimonianza che Castignano è amata in ogni dove. Con l’arrivo della sera, allo scoccare delle 7 post meridiane, il suono della catubba sancisce l’inizio del vero carnevale castignanese.
Ecco il landmark del carnevale castignanese, il corteo dei lampioncini multicolori, il corteo dei moccoli, lampioncini posti su una canna ancora verde che termina a forma di rombi a più facce, rivestiti da carta velina di colori diversi. All’interno di questo ricettacolo, che da un lato resta aperto, viene inserita una candela che viene accesa prima dell’inizio della laica processione.
L’ origine de “I Moccoli” risale addirittura al Settecento ma non a Castignano, bensì nella capitale dell’allora Stato della Chiesa, Roma, in cui questo evento dava fine alle festività carnevalesche; una vera e propria prassi nello Stato Pontificio tra Settecento e Ottocento che venne meno con l’avvento dell’Unità d’Italia.
Da quel 17 marzo del 1861 solo Castignano ha mantenuto il fascino secolare de “I moccoli”, che differiscono dai “vlurd” della vicina Offida per materiali, lunghezza ed eleganza.
La via più bella per ammirare i moccoli è Via dei Templari, una delle più interessanti del Centro Storico. Con il caratteristico richiamo “fora fora li moccule”, immergiamoci nel fascino di questa manifestazione, uno dei simboli del Carnevale piceno.
Senza illuminazione pubblica, migliaia e migliaia di moccoli hanno sfilato festanti per le principali strade di Castignano, arrivando in salita nel cuore storico della città, Piazza San Pietro, da cui scaturisce il falò purificatore, dando inizio alla Quaresima, nella speranza di un futuro migliore per tutti.
E’ stata un’edizione indimenticabile, bellissima ed elegante che merita di essere conosciuta all around the world, in tutto il mondo e favorita dal bel tempo e dalla compostezza dei castignanesi, dei veri e propri signori del carnevale
“I moccoli è un evento che sentiamo, siamo soddisfattissimi sia per la partecipazione che per le condizioni che hanno favorito questa festa, cercheremo di ampliarla ulteriormente negli anni a venire”, queste le parole ai nostri microfoni del presidente della locale Pro Loco Giancarlo Colletta.
I fuochi d’artificio che dominano la bellissima chiesa romanica di San Pietro, danno l’arrivederci all’edizione 2017 del carnevale castignanese.
Giovanni Matricardi
meraviglioso carnevale