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BRUXELLES – Si lavora ancora (con negoziati e limature) alle “Conclusioni” del Consiglio europeo, il documento finale e dispositivo della riunione dei 28 capi di Stato e di governo Ue, fissata per ieri e oggi nella capitale belga. Due i temi principali in calendario: il Brexit e il nodo-migrazioni. Ma l’attenzione appare concentrata più sulle modalità e gli accordi per mantenere il Regno Unito nell’Unione anziché sulle crescenti pressioni migratorie che stanno investendo l’Europa mediterranea e balcanica.
Il summit, convocato dal presidente Donald Tusk, non lascia intravvedere per ora un accordo con il Regno Unito, anche se di fatto tutti gli interlocutori in campo sono decisi a scongiurare l’uscita di Londra dalla sfera comunitaria. Il Consiglio europeo è iniziato alle 17 con uno scambio di vedute tra i leader nazionali e il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz. Quindi una prima sessione di discussione, una cena di lavoro e la conferenza stampa, in notturna, di Tusk e del presidente della Commissione Juncker. Oggi nuova sessione di lavoro e definizione delle “Conclusioni”. Nell’ordine del giorno ufficiale si legge: “A seguito della discussione del Consiglio europeo del dicembre 2015 sui piani del Regno Unito per un referendum sulla permanenza o l’uscita dall’Ue, il Consiglio europeo aveva deciso di trovare nella riunione di febbraio soluzioni di reciproca soddisfazione in quattro temi di interesse: competitività, governance economica, sovranità, prestazioni di sicurezza sociale e libera circolazione”. Il 2 febbraio Tusk ha presentato una proposta “concernente una nuova intesa che risponda a tutte queste tematiche. A tutti i livelli sono in corso negoziazioni per trovare un accordo con tutti i 28 Stati membri”. “Per quanto riguarda la crisi migratoria e dei rifugiati, il Consiglio europeo esaminerà l’attuazione delle decisioni già adottate e preparerà il terreno per le future decisioni da adottare nella prossima riunione di marzo”. “Le discussioni si concentreranno sugli aiuti umanitari, la gestione delle frontiere esterne, l’attuazione del piano d’azione Ue-Turchia e il funzionamento dei punti di crisi” (hotspot in Italia e Grecia per il riconoscimento dei migranti che approdano in Europa). Il Consiglio europeo dovrebbe anche approvare una raccomandazione sulla politica economica della zona euro e discuterà della situazione in Siria e in Libia.
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