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FOTO “Giubileo interforze” Vescovo Bresciani: “La lotta spirituale per una vita buona non possiamo vincerla da soli…”

DIOCESI – Martedì 17 febbraio 2016, presso la Basilica Cattedrale Santa Maria della Marina, Monsignor Carlo Bresciani ha celebrato la messa per il Giubileo Interforze che operano sul territorio di San Benedetto del Tronto. Ormai è una vera e propria tradizione, che ha visto presenti i vertici delle Forze Armate ed una nutrita rappresentanza di Autorità Civili, nonché i familiari del personale in servizio ed in congedo.

Ringraziamenti per la vicinanza e la guida sono pervenuti dall’Ordinario militare per l’Italia, Monsignor Santo Marcianò.

Un momento di preghiera, di riflessione trascorso con religiosità, sancito dalle parole del Vescovo: “La prima lettura della liturgia di oggi ci presenta la predicazione del profeta Giona e la conseguente conversione della città di Ninive, la grande e corrotta città. Ovviamente la lettura si colloca nel contesto della quaresima, tempo in cui il richiamo alla purificazione della nostra fede e alla conversione dei cuori diventa centrale. Quest’anno la quaresima si colloca nel contesto dell’anno Giubilare della Misericordia indetto da papa  Francesco e anche il Giubileo è ulteriore invito alla conversione affidandosi alla misericordia di Dio che perdona e invita a staccarci dal peccato che ha preso dimora dentro di noi.

Quando il nostro incontro con il Signore è sincero, e non solo stanco rito abitudinario, avvertiamo quanto cammino ci resti ancora da fare e quanto la nostra vita sia ancora lontana da Lui. Avvertiamo che abbiamo bisogno di convertirci. Come gli abitanti di Ninive ci lasciamo prendere da tante cose. Immersi nel frastuono dei tanti diversivi che addormentano il nostro spirito, ci dimentichiamo anche di Dio e lo confiniamo in una specie di soprammobile magari da tirare fuori nei momenti di festa o quando non ci è rimasto più nulla da mettere sul tavolo. Una specie di riempitivo, perché … non si sa mai.

Gli abitanti di Ninive hanno avuto bisogno di un profeta che li svegliasse dalla loro incosciente situazione e mostrasse loro che la strada che avevano intrapresa portava non tanto ad una punizione di Dio, quanto ad una forma di autodistruzione. La situazione era giunta ad un punto tale che il tempo rimasto per porvi rimedio era veramente poco: “quaranta giorni”; talmente poco che Dio ha avuto bisogno di convincere quasi a forza Giona di correre in soccorso di Ninive, perché Giona stesso non credeva che il popolo di Ninive l’avrebbe ascoltato e si sarebbe convertito.

Ma Dio, nonostante il loro peccato, ama Ninive e i suoi abitanti e non si rassegna alla prospettiva della loro rovina: vuole salvarli, per questo manda Giona, il profeta che, obbedendo all’invito di Dio, percorre tutta la città cercando di destarla con la sua predicazione dal sonno dello spirito in cui era caduta. Infatti, quando il male si è incallito, l’essere umano ne perde anche la consapevolezza e la sua coscienza si addormenta. Dio è misericordioso proprio perché manda il profeta. Ninive accoglie la misericordia di Dio ascoltando il profeta e in tal modo si salva, convertendosi dalla condotta malvagia tenuta fino allora.

Se i Niniviti non si fossero convertiti riconoscendo il male in cui erano caduti, avrebbero reso sterile e impotente la stessa misericordia di Dio. Non basta che Dio ci ami, occorre che noi accogliamo il suo amore. Lui è il misericordioso, pronto a perdonare tutto, ma la sua misericordia, se non trova le porte aperte del nostro cuore pronto alla conversione dalle nostre condotte sbagliate ed autodistruttive, resta senza produrre gli effetti desiderati.

Noi siamo un po’ come quella generazione di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi: chiediamo a Dio dei segni del suo amore per noi, ma non siamo disposti ad accogliere la parola dei suoi profeti, e quella di Gesù innanzitutto. Desideriamo una vita bella e buona, ma rifiutiamo la strada che ci può portare ad essa, perché abbiamo l’impressione che sia troppo impegnativa. Preferiamo allora scorciatoie o strade apparentemente più attraenti, che invece ci portano nei vicoli ciechi e contorti della nostra vita.

Nessuna battaglia si vince se non si adotta una strategia adeguata: questo voi militari lo sapete bene e lo insegnate a noi. Sapete bene che non basta desiderare la vittoria, cosa che facciamo spontaneamente tutti, occorre anche accettare la battaglia e questa impostata con le dovute e opportune strategie.

Anche nella nostra vita personale non basta desiderare una vita buona: se non si affronta con le dovute strategie la lotta contro le tendenze contrarie che ciascuno di noi porta dentro di sé, quella vita buona resta un vano desiderio, destinato a sicura delusione. Anche la vita buona che Gesù ci vuole donare dobbiamo conquistarla con le armi della lotta spirituale combattendo, con il suo aiuto, le tendenze al male che, dobbiamo riconoscerlo, sono dentro ciascuno di noi. In questa lotta Dio ci viene incontro con la sua misericordia, donandoci Gesù (il volto misericordioso di Dio Padre) e la sua Parola come guida. La lotta spirituale per una vita buona non possiamo vincerla da soli: abbiamo bisogno di un potente alleato, e questi è Dio.

Nell’Antico Testamento Dio mandò Giona a Ninive e Salomone con la sua sapienza al popolo d’Israele. Ora Dio ci ha donato come alleato Gesù, la vera sapienza incarnata di Dio Padre: è Lui che ci invita a conversione, è Lui il volto misericordioso di Dio. Passando attraverso la porta santa, che è Lui, siamo entrati nella Chiesa per accogliere la sua misericordia che con amore ci offre la via della vita, ci insegna le armi spirituali per vincere la lotta contro il male che è dentro di noi per costruire insieme una comunità di giustizia e di pace. Egli è il nostro fedele alleato che non tradisce mai.

Carissimi, impariamo dagli abitanti di Ninive ad accogliere i profeti che anche oggi Dio ci manda e che ci invitano a conversione. Consegniamo a Dio il male che è dentro di noi, frutto delle nostre azioni malvagie; confessandoci peccatori accogliamo il suo perdono e il suo abbraccio riconciliante, disponendoci a celebrare la Pasqua di resurrezione a vita nuova.

Che il Dio misericordioso e pietoso, il Dio della pace possa essere sempre il vostro alleato nel cammino della vita. Egli è fedele e grande nell’amore. Confidate sempre in Lui”

La Santa Messa è stata concelebrata dal vicario don Romualdo Scarponi, da don Andrea Spinozzi, parroco della parrocchia Gran Madre di Dio di Grottammare, dal Cappellano del Comando Provinciale dei Carabinieri Don Sergio Raparelli, dal Capo Servizio Assistenza Spirituale Interforze della Zona Pastorale di Ancona, Padre Giancarlo Locatelli, dal carabiniere-diacono Giuseppe de Sisto.

Al termine, il personale in divisa ha rinnovato l’impegno per la difesa della vita e della Patria a sostegno della sicurezza, nel ricordo del sacrificio di chi è caduto perché noi vivessimo in un mondo più libero e più giusto.

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Michela Galieni: