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Vescovi Pax Christi: no a guerra, sì a preghiera, politica, diplomazia

ITALIA – “Chiediamo con forza che cessino” i “bombardamenti e devastazioni atroci su molte città” in corso in questi giorni, e che “si usino invece gli strumenti della politica e della diplomazia, forse più faticosi ma rispettosi delle vite umane, da soccorrere non da bombardare, come insiste Papa Francesco, il quale pochi giorni fa, col patriarca ortodosso Cirillo esortava ‘la Comunità internazionale ad unirsi per porre fine alla violenza e al terrorismo e, nello stesso tempo, a contribuire attraverso il dialogo ad un rapido ristabilimento della pace civile’”. A rivolgere l’appello sono cinque vescovi di Pax Christi: l’attuale presidente monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, e i quattro presidenti emeriti.

Nel richiamare la Costituzione conciliare “Gaudium et spes” e la sua condanna della guerra totale, definita “delitto contro Dio e contro la stessa umanità”, i vescovi del movimento cattolico internazionale per la pace deplorano “queste distruzioni che servono a utilizzare i nostri armamenti e a esaltare i nostri poteri e le nostre supremazie”, e invitano tutti ad “operare, con la preghiera ed il digiuno, ma anche con l’impegno, la sollecitazione nel denunciare la follia della guerra, anche con manifestazioni, appelli ed esponendo anche le bandiere della pace, come segno visibile di un impegno che scuote ognuno nella propria coscienza”. Oltre a mons. Ricchiuti, sottoscrivono il documento i presidenti emeriti Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea; Diego Bona, vescovo emerito di Saluzzo; Tommaso Valentinetti, vescovo di Pescara-Penne; Giovanni Giudici, vescovo emerito di Pavia.

Sara De Simplicio: