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Terra Santa: ordinari cattolici a leader israeliani e palestinesi, “no a occupazione. No a corruzione”

“Stagnante e senza vita, senza luce di speranza, né per gli israeliani che hanno bisogno di sicurezza e tranquillità, né per i palestinesi che attendono la fine dell’occupazione, e uno Stato indipendente”. Con queste parole la Commissione “Giustizia e pace” dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts) descrive la situazione politica, economica e sociale in cui versano attualmente palestinesi e israeliani. In un messaggio, diffuso nella giornata di ieri, frutto dell’incontro svoltosi il 3 febbraio a Gerusalemme, la Commissione punta l’indice contro quelle che sono, a suo parere, le cause di questo stato di cose. “L’attuale situazione per i palestinesi è disumana – si legge nel messaggio – conseguenza dei coloni che occupano, giorno dopo giorno, la terra palestinese, del blocco cui è sottoposta, da anni, Gaza dove un milione e mezzo di persone sono sotto assedio della povertà, della miseria e dell’umiliazione”. A subire un assedio, aggiunge la Commissione, è anche “il resto della Palestina”. Tante le difficoltà denunciate dal messaggio: “La demolizione di case, i check-point militari e il comportamento arbitrario dei soldati israeliani che umiliano i palestinesi”. “Questi check point – sottolinea la Commissione – sono un luogo di umiliazione, costruito unicamente sulla logica della guerra, in cui si esalta l’odio e la morte quotidiana”. Assediata è anche Gerusalemme che subisce una progressiva “giudaizzazione” e che assiste all’esodo dei suoi abitanti palestinesi colpiti in maniera indiscriminata “dall’accusa di terrorismo e dalla punizione collettiva che ne deriva”. “Oggi – afferma la Commissione ‘Giustizia e pace’ dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa – la situazione si è trasformata in una nuova Intifada nella quale i palestinesi sprofondano tutta la loro disperazione, fino alla morte, causata da una vita piena di frustrazione, di umiliazioni, di insicurezza, senza alcuna speranza per tutti”. Da qui “la necessità di un cambiamento” invocato dall’Aocts con la domanda rivolta direttamente alla società israeliana: “È contenta di vivere una vita all’ombra dell’ostilità continua con il popolo palestinese?”.

Questa “situazione disumana non può essere quella scelta da Israele né tantomeno dai palestinesi”. Da qui l’appello ai leader israeliani: “Agite per il bene dell’essere umano, l’israeliano e il palestinese. Non lasciate che la situazione permanga tale perché conduce alla morte. Non dite che i palestinesi sono terroristi. Essi sono persone che cercano di vivere una vita normale, invece si ritrovano oppressi, frustrati, privati della libertà che Dio ha dato loro. Voi, israeliani, volete vivere in sicurezza e tranquillità. La stessa cosa vogliono i palestinesi. Qual è l’ostacolo che lo impedisce? I leader politici? O la loro incapacità di trovare una soluzione pratica che corrisponda al desiderio di israeliani e palestinesi? Entrambi i popoli possano vivere insieme in pace e tranquillità”.

“Aprite i vostri cuori e allargate i vostri orizzonti” è l’esortazione contenuta nel messaggio e rivolta ancora agli israeliani. “Cambiate la situazione, scrollatevi di dosso l’immobilismo. In questa terra c’è spazio sufficiente per tutti. Che tutti abbiano la stessa dignità e uguaglianza. Nessuna occupazione, nessuna discriminazione. Israeliani e palestinesi sono in grado di fare la pace”. Non meno vibrante l’esortazione rivolta ai leader palestinesi: “Lasciate che il popolo ascolti, lasciate che Israele e il mondo ascoltino un’unica voce, una voce di pace e di giustizia per i due popoli. Salvate la terra e cominciate una nuova storia. Salvate Gerusalemme e cominciate una nuova storia conforme alla sua santità e alla sua universalità”. E poi un monito dal forte sapore di denuncia: “Basta a personalismi e alla corruzione”. Raggiungere questi obiettivi per l’Aocts è possibile attraverso la “rieducazione dei nostri giovani, palestinesi e israeliani, cresciuti con l’idea che i primi sono tutti terroristi e i secondi solo dei nemici. Cominciamo una nuova storia. La nostra terra è santa. Lasciate che i due popoli vivano insieme in pace”.

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