SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una grande festa, così si può sintetizzare il Giubileo degli sportivi, svoltosi nel pomeriggio del 22 febbraio, con la partecipazione delle Società Sportive della nostra Chiesa Truentina.
Il pomeriggio è iniziato con il ritrovo presso il campo da calcio del Paese Alto sambenedettese, luogo in cui i tanti giovani e giovanissimi rappresentanti delle società sportive, hanno incontrato e ricevuto i saluti del Vescovo e di Don Luigino Scarponi, parroco di Sant’Egidio alla Vibrata e referente diocesano della pastorale del turismo, sport e tempo libero.
Il mondo dello sport ha tanto bisogno di persone misericordiose. Ha bisogno di dirigenti, allenatori e responsabili che sappiano coniugare la passione educativa e la competenza tecnica con un amore profondo e gratuito verso tutti i ragazzi, bravi e meno bravi, abili e disabili.
Il rapporto tra sport e Misericordia è stato citato anche nel saluto del Vescovo Carlo, il quale ha sottolineato come lo Sport è un dono del Signore che favorisce il rispetto e l’amicizia tra le persone.
I tanti partecipanti al Giubileo si sono poi recati in pellegrinaggio verso la Cattedrale della Madonna della Marina, punto d’arrivo delle tre fiaccole (Fede, Speranza, Carità) da San Filippo Neri, Sant’Antonio di Padova e Madonna del Suffragio a cura delle Società Sportive “Avis Marathon di Cupra, ASD Atletica Avis SBT e Polisportiva Gagliarda”.
Il giuramento degli atleti, l’accensione del tripode e il passaggio attraverso la Porta Santa, hanno fatto da principio alla Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Vescovo e concelebrata da Don Luigino Scarponi, da Don Romualdo Scarponi, parroco della Madonna della Marina e Don Andrea Spinozzi, parroco della Parrocchia Gran Madre di Dio in Grottammare.
“Da sportivi ci troviamo, come con la nostra vita, in una corsa e ogni corsa va verso un traguardo”, così il nostro Vescovo Carlo nell’Omelia, che prende spunto da San Paolo, il quale applica l’immagine della corsa nello stadio alla vita del cristiano, proteso verso la meta suprema dell’incontro con Dio, in attesa di ricevere una corona che non marcisce, a differenza di quelle d’alloro che in quel tempo si assegnavano agli atleti come premio.
“La nostra presenza qui questa sera, ha aggiunto il vescovo, sta a dire che noi riconosciamo che il traguardo della corsa della nostra vita è l’incontro con Gesù e una sincera amicizia con Lui. Ma, come in ogni corsa, anche in quella della vita per giungere al traguardo è necessario rispettare i giusti allenamenti e le regole della corsa. Senza i giusti allenamenti, il fiato diventa subito corto e si è costretti a fermarsi a metà strada. Non si può correre se il fiato è troppo corto, perché non ci si è prima allenati. Voi lo sapete bene. Accanto all’allenamento fisico, mettete anche l’allenamento spirituale se volete che la corsa della vostra vita giunga felicemente al suo traguardo”
Vedi l’articolo con il testo integrale del Vescovo Carlo Bresciani, clicca qui.
Al termine della celebrazione è intervenuto anche il delegato provinciale del CONI Armando de Vincentiis, campione del lancio del Disco, oro ai Giochi del Mediterraneo del 1975 e del 1979 e partecipante alle Olimpiadi di Monaco 1972 e Montreal 1976.
De Vincentiis si è soffermato sull’importanza del Villaggio Olimpico, luogo di rispetto e di misericordia dove persone di razze, nazioni e religioni, diverse socializzano e si rispettano. Le parole di De Vincentiis, come quelle del Vescovo, si sono soffermate anche sugli aspetti negativi dello sport, quali il doping e il mancato rispetto delle regole. Parole che riflettono e che al tempo stesso danno speranza per uno sport e un mondo che devono sempre migliorare.
Un bellissimo pomeriggio, che ha visto la partecipazione anche del settore giovanile e della prima squadra della Sambenedettese Calcio, rappresentata da Mister Palladini e dal capocannoniere Titone, con l’augurio di tutti che la compagine di Viale dello Sport possa rappresentare la Diocesi nella prossima Lega Pro, già serie C, la terza serie del calcio professionistico.