Di Silvio Giampieri
MARCHE – L’Istituto Teologico Marchigiano in collaborazione con l’Associazione Teologica Italiana per lo studio della morale (ATISM) ha organizzato una giornata di studio dal titolo “La Bioetica nelle sfide della post modernità” che ha avuto luogo presso l’aula magna del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Ancona.
Questa iniziativa ha avuto lo scopo di sensibilizzare gli studenti ed i docenti su tematiche la cui urgenza è sempre più chiara dinanzi ai rapidi mutamenti della società contemporanea.
Ad introdurre i lavori della mattinata del 25 Febbraio, Paolo Carlotti della Pontificia Università Salesiana di Roma in qualità di delegato ATISM per il centro Italia.
Per presentare la storia della bioetica in Italia, partendo dalla sua definizione in quanto tale, passando poi per l’intreccio con la filosofia e la teologia, è intervenuto Sebastiano Serafini (ITM).
Il quadro dello sviluppo di questa riflessione è infatti assai complesso, dipanandosi in dibattiti dai toni talvolta accesi ed intersecandosi con situazioni di vita concreta e sofferenze umane di vario tipo.
A rispondere agli interrogativi suscitati da questa prima parte è stato chiamato Pietro Gervasio, sempre dell’ITM, che ha riportato la discussione nei parametri della dissertazione del rapporto intercorrente tra fede e ragione.
La seconda parte della mattinata ha visto come tema centrale quello dell’identità dell’individuo e delle relazioni fragili tra natura e cultura, presentato da Salvatore Cipressa dell’ISSR di Lecce collegato all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro.
Quale Respondant è intervenuto Don Massimo Regini docente di Teologia Morale del nostro ITM, il quale ha saputo coniugare la discussione accademica alla pratica quotidiana della vita parrocchiale, nella quale non mancano quesiti e dubbi che il popolo di Dio pone con semplicità e concretezza alla Chiesa.
La sfida odierna che viene posta alla teologia dalla bioetica è proprio questa: saper dialogare con l’uomo che vive i benefici dello sviluppo tecnico-scientifico in ambito sanitario, ma che al tempo stesso sperimenta i limiti di questo tipo di conoscenza.