“La disastrosa situazione che si presenta nei valichi di frontiera lungo la rotta balcanica terrestre, in particolare nella ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e Grecia, ha lasciato migliaia di bambini bloccati, in una grave situazione di stress, a rischio di abusi e di contrarre malattie”. Lo denuncia oggi l’Unicef, che ha diffuso anche foto drammatiche con bambini intossicati dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia al confine tra Grecia e Macedonia. Nel caos e nella confusione, i bambini sono stati costretti a dormire all’aperto in condizioni difficilissime per oltre una settimana, non hanno accesso ai servizi di base, come docce e cibo adeguato. Le famiglie rischiano di dividersi, e i bambini sono stati bloccati fuori dai centri di transito o per ore nei treni senza una chiara meta. “Quello a cui assisto qui è vedere bambini piccoli, sotto i 5 anni, incastrati tra due recinzioni”, ha dichiarato Jesper Jensen, coordinatore Unicef per l’emergenza a Gevgelija, nell’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. “Non possono andare avanti e non possono tornare indietro – hanno bisogno di protezione e riposo e hanno bisogno di sapere cosa li aspetta”. A causa della situazione in rapida evoluzione nei centri di transito di frontiera nella ex Repubblica Yugoslava di Macedonia, l’Unicef sta aumentando la sua risposta umanitaria. Queste attività includono: facilitare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici, in particolare per i minorenni e i bambini piccoli; fornire kit per l’igiene personale e cibo per i bambini e le loro famiglie in modo che possano affrontare situazioni in condizioni così difficili. L’Unicef rinnova l’appello per un approccio unitario e coordinato da parte di tutti i governi lungo le rotte di transito primarie e nei Paesi di destinazione. “Nessun bambino dovrebbe passare la notte senza riparo e senza accesso ai servizi di base”, ribadisce.