DIOCESI – Prosegue il nostro cammino di conversione verso la Pasqua. E’ bello vivere questo tempo come un incrocio di sguardi tra noi e Gesù.
Lo sguardo dell’altro quando è autentico sempre ci fa da specchio!
Forse guardando il volto di Cristo, scopriamo i nostri rinnegamenti come quelli di Simon Pietro nella notte della passione, che per paura lasciò solo il Maestro nelle mani dei suoi aguzzini. Ma racconta l’evangelista Luca che, all’inizio del cammino della croce, Gesù trova l’aiuto in un altro Simone, il contadino proveniente da Cirene, un africano incontrato fuori dalla città. Chissà che questo non sia stato scritto anche per noi?
Quanti paesi in occidente, con una lunga storia di fede, stanno erigendo mura e confini, lasciando fuori la porta tanta gente! Eppure un giorno potremmo aver bisogno proprio di questi fratelli e sorelle.
Mentre continuiamo ad assistere allo ‘spettacolo’ della morte comodamente seduti nei divani delle nostre case, riecheggiano, in questo tempo quaresimale le parole della misericordia dell’Innocente condannato: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». (Lc 23,34). Scossi da queste parole, prendiamo esempio da quelle donne della Galilea, che rimasero ai piedi della croce fino alla fine, oppure imitiamo Giuseppe d’Arimatea, membro del sinedrio, che pur si prese cura del corpo di Gesù, offrendogli una degna sepoltura. Non abbandoniamo il Signore presente nei tanti crocifissi di oggi che affollano le nostre periferie.
A partire da questo ‘aver cura’ dell’altro (cfr Lc 10,35), che in qualche modo richiama le opere di misericordia raccomandate da papa Francesco in questo giubileo straordinario, proponiamo insieme a Missio, a tutta la comunità diocesana per la Quaresima di fraternità di aderire al progetto “Il diritto a rimanere nella propria terra”, proposto dalla Chiesa italiana. Nella nostra Diocesi lo abbiamo concretizzato in due micro-realizzazioni: a Novakchott in Mauritania, dove da 14 anni lavora Suor Anita della ‘Congregazione del Piccolo Fiore di Betania’, per sostenere il lavoro di 10 donne profughe (il costo previsto è di 4.972.96 Euro) e l’altro a Bohol (Filippine) dove sono le nostre suore Teresiane di Ripatransone per finanziare la formazione pedagogica, linguistica e teologica di alcune postulanti del luogo che dovranno poi gestire direttamente una scuola materna.
La raccolta che si farà in tutte le Chiesa della diocesi domenica 13 marzo andrà in parte a finanziare questi due progetti. I gruppi Caritas parrocchiali si faranno carico dell’animazione della comunità e della raccolta dei fondi. Diceva Madre Teresa di Calcutta: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno „.
Buona Pasqua,
la Caritas diocesana
Il versamento può essere fatto su:
BANCA DELL’ADRIATICO IBAN IT19X0574824448000000021252
POSTE ITALIANE C/C n. 000011325636
oppure direttamente alla Caritas diocesana