Di Floriana Palestini, foto Marco Sprecacé
DIOCESI – Domenica 6 marzo la vicaria ven. Padre Giovanni dello Spirito Santo ha celebrato il proprio giubileo presso la Cattedrale Santa Maria della Marina di San Benedetto del Tronto.
In una tiepida domenica pomeriggio, piazza Giorgini si è riempita non solo dei soliti turisti e passeggiatori, ma anche dei fedeli provenienti da San Benedetto e dintorni che si erano dati appuntamento alla Rotonda per dare inizio al giubileo; presenti dunque le parrocchie di Santa Maria della Marina, Madonna del Suffragio, Sant’Antonio di Padova, San Benedetto Martire, San Filippo Neri, San Giuseppe, San Pio X, San Niccolò di Acquaviva Picena, San Savino di Ripatransone.
Come espresso anche dal vescovo Carlo, la vicaria si è ritrovata in quel luogo poiché luogo centrale delle loro storie quotidiane, in cui molti si ritrovano a passare per lavoro o per piacere e in cui ci si incontra.
La celebrazione dunque è cominciata dal centro di San Benedetto, con una preghiera comunitaria e con la testimonianza di Letizia, portavoce del gruppo giovani interparrocchiale che si ritrova periodicamente per riflettere insieme sulla Parola.
La processione si è sviluppata lungo tutto il corso e tante persone lungo i bordi dei marciapiedi, distolte per un attimo dal passeggio domenicale, hanno ammirato quella croce umile e solenne. Tra canti e preghiere si è giunti infine sul sagrato della Cattedrale, dove il vescovo Carlo seguito da tutto il clero e i fedeli hanno attraversato la Porta Santa, per dare così inizio alla celebrazione eucaristica animata anche da un folto coro di vicaria.
Durante l’omelia il Vescovo Bresciani ha affermato: “Carissimi sacerdoti, diaconi e fedeli della vicaria di Giovanni dello Spirito santo, con grande gioia vi accolgo in questa chiesa madre di tutti i fedeli per il vostro Giubileo della Misericordia. Il Dio della misericordia vi ha convocato per dirvi quanto grande sia il suo amore per ciascuno di voi e per donarvi il suo abbraccio di pace. Con san Paolo anch’io vi ripeto: “vi supplichiamo in nome di Dio: lasciatevi riconciliare con Dio”. Accettate il suo abbraccio di perdono e di pace consegnando il vostro peccato nelle sue braccia di padre misericordioso che vi accoglie come ha accolto il figlio della parabola che ritorna pentito a casa.
Con la parabola del Padre misericordioso che abbiamo appena proclamato, Gesù risponde ai benpensanti scribi e farisei che mormoravano indispettiti perché Gesù accoglieva i peccatori e mangiava con loro e dice loro che un padre, tanto meno Dio, non si vergogna mai di mangiare con i suoi figli anzi che ogni padre degno di un tal nome aspetta con ansia i propri figli. Dio fa proprio così con noi: ci aspetta anche quando noi, pensando di riacquistare la nostra libertà, ci allontaniamo da lui, inseguendo le illusorie promesse di felicità che un mondo senza Dio promette vanamente.
Gesù si mostra come colui che va in cerca dei peccatori e mostra loro che Dio Padre li ama e vuole il loro bene. Carissimi, Gesù viene in cerca di ciascuno di noi: sentitevi anche voi cercati da Lui. Ma ora siete qui e avete risposto al suo desiderio. L’avete fatto contento e mi pare di vedere il suo sorriso di felicità nell’accogliervi nella sua casa.
Permettetemi in questa occasione di fermarmi con molta semplicità un po’ con voi per alcune riflessioni che scaturiscono da questo bell’incontro in cui Dio, donandoci con larghezza la sua misericordia, ci invita ad essere misericordiosi come lui. Gesù ci ripete: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5, 7).
Anche la vostra vicaria risente delle difficoltà dei cambiamenti che si vanno verificando nel nostro tempo. Siete al centro della diocesi e nella vostra vicaria vive la maggioranza della popolazione. Avete quindi una responsabilità maggiore nell’essere di esempio per tutta la diocesi. Le vostre parrocchie sono molto vicine le une alle altre fino quasi a confondersi tra loro. Potete così godere anche di una buona presenza di sacerdoti che vi accompagnano nel cammino della vostra fede. Collaborate sempre più con i vostri sacerdoti, non lasciateli mai soli e vogliate loro bene sentendovi sempre più corresponsabili della vita delle vostre parrocchie e partecipando all’ansietà del Padre misericordioso che va in cerca del figlio che si è allontanato su strade che non portano a nulla. La vicinanza fisica che contraddistingue le vostre parrocchie deve diventare stimolo ad una sempre maggior collaborazione e coordinamento delle iniziative pastorali, coordinandovi sempre meglio con le proposte che la diocesi va elaborando.
Molti, troppi, figli giovani della vostra vicaria (ma ovviamente non solo della vostra vicaria) hanno abbandonato la casa del Padre subito dopo aver ricevuto il patrimonio dei sacramenti e forse stanno dilapidando quanto è stato loro dato nei primissimi anni della loro vita. Non fate come il figlio maggiore della parabola che se ne sta chiuso in casa, fa senza ignominia il suo lavoro, magari mormorando contro il fratello che se ne è andato come facevano gli scribi e i farisei, ma non partecipa per nulla all’ansietà del Padre. La nostra pastorale deve farsi carico sempre più non solo dei pochi che sono ancora nella casa del Padre e rispondere alle loro comodità, ma soprattutto dei molti che non ci sono più e soprattutto dei giovani sui quali riposa la speranza del futuro della Chiesa stessa. Dobbiamo insieme entrare sempre più in quella conversione pastorale che papa Francesco non si stanca di sollecitare alla Chiesa tutta.
Questo è partecipare alla misericordia del Padre attraverso le opere di misericordia spirituale. Non facciamo come il figlio maggiore della parabola che vorrebbe fermare la misericordia del Padre non cambiando nulla nell’andamento abitudinario della casa. È una grande sfida che dobbiamo affrontare insieme, e non possiamo affrontarla in ordine sparso. In ordine sparso non si vince nessuna sfida, si è destinati solo ad essere sicuramente perdenti. Siamo un’unica famiglia di Dio e la famiglia cresce bene se tutti collaborano al bene di tutti, e solo se i genitori collaborano concordemente all’educazione dei figli, in caso contrario si consumano molte energie e i risultati sono come minimo deludenti. Non dimentichiamo che solo la comunione dà frutti: ciò significa che siamo chiamati a fare comunione non solo di sentimenti, ma di azioni concrete.
Siamo chiamati ad accettare con coraggio e con fede la sfida di una pastorale integrata, quella che le diocesi italiane riunite prima al Convegno ecclesiale nazionale di Verona (2006) e poi recentemente a quello di Firenze (2015) hanno proposto a tutta la Chiesa. Si tratta di adottare sempre più un agire integrato e sinergico tra parrocchie dello stesso territorio, tra parrocchie e dimensione diocesana, tra parrocchie e diocesi, da una parte e associazioni e movimenti, dall’altra, integrando sempre di più nella corresponsabilità anche i fedeli laici.
Non è solo una sfida quella che abbiamo davanti, dobbiamo essere consapevoli che è anche una grande opportunità che Dio ci dona per purificarci e crescere in una fede che ci fa entrare maggiormente nel cuore misericordioso del Padre e ci proietta, come chiesa diocesana, nella dimensione missionaria della vita cristiana. Dobbiamo essere consapevoli che la missione ormai è tra di noi, basta dare anche solo un veloce sguardo alla stragrande maggioranza di giovanissimi, di giovani e di giovani adulti che ha lasciato la casa del Padre.
Al centro della vostra vicaria ci sta questa chiesa cattedrale che è la madre di tutti i fedeli alla quale voi avete la fortuna di poter accedere con facilità. Per la vostra centrale collocazione sono molte le opportunità di cui potete godere per il vostro cammino cristiano, per certi aspetti molto di più rispetto ai nostri amici dell’interno che con molta maggior fatica possono usufruire delle opportunità che voi avete. Fate tesoro di questa vostra situazione, approfittate delle opportunità di formazione che vi vengono offerte dalla parrocchia e dalla diocesi. Questa condizione, per molti aspetti favorevole, vi chiama ad essere testimoni per tutta la diocesi in quella unità di fede e di carità che ci fa un solo corpo in Cristo.
Carissimi fedeli della vicaria di Giovanni dello Spirito santo, il Signore vi accompagni e vi dia coraggio nel percorrere strade di misericordia, innanzitutto tra voi, per essere poi segno di misericordia per coloro che incontrate ogni giorno sulle strade della vita. Siate segno di misericordia nelle vostre famiglie e nelle vostre parrocchie, vivete concretamente le sette opere di misericordia corporale, ma sappiate che queste non bastano se non ci sono anche le opere di misericordia spirituale.
La protezione materna di Maria, che in questa basilica cattedrale invochiamo come Madonna della marina, vi custodisca sotto il suo manto e sia il sicuro rifugio in cui confidate sempre. Lei, madre di misericordia, vi presenti ad accogliere la misericordia del Padre e vi guidi sulle strade di misericordia come ha guidato il Figlio suo Gesù.E la pace di Cristo sia sempre con voi. Amen.”