Di lauretanum
DIOCESI – Nonostante la pioggia che è scesa copiosa, purtroppo, nel pomeriggio di Domenica 13 marzo, il Giubileo della Vicaria della Beata Maria Assunta Pallotta si è confermato, con la sua buona partecipazione di Fedeli, un importante e riuscito momento di preghiera e di Fede.
Le dodici Parrocchie della Vicaria dell’interno marchigiano, convenute in Piazza Matteotti, anziché al Porto, come precedentemente previsto dal programma di massima della manifestazione, hanno incontrato il Vescovo Carlo all’interno della chiesa di San Giuseppe, dove si erano raccolte dalle diverse provenienze.
Molti Fedeli infatti hanno raggiunto il centro diocesano con mezzi messi a disposizione dalle stesse Parrocchie e dai Comuni di provenienza, altri con mezzi propri, dandosi appuntamento alle sedici per iniziare, poco dopo, il breve Pellegrinaggio che li ha condotti, attraverso due vie cittadine, al canto delle Litanie dei Santi e della recita dei Salmi, davanti alla Porta Santa della Misericordia, aperta esattamente tre mesi fa dal nostro Pastore. Qui, dopo una preghiera recitata dal Vescovo, uno dopo l’altro, tutti i partecipanti al Pellegrinaggio hanno varcato la soglia della nostra Basilica Cattedrale, accolti dalle note dell’Inno del Giubileo, Misericordes sicut Pater, animato dalla bravissima Corale di Force, diretta magistralmente dal Maestro Aldo Coccetti, che ha curato il servizio liturgico musicale dell’intera Celebrazione. In questo passaggio infatti si raccoglie il gesto che si cmpie per ricevere l’indulgenza plenaria.
Dopo qualche istante di raccoglimento, la preghiera del Santo Rosario ha accompagnato tutti alla Santa Messa, presieduta dal Vescovo Carlo e concelebrata da tutti i Parroci della Vicaria; molto toccante e profonda la vibrante Omelia pronunciata dal nostro Pastore con parole che sicuramente sono arrivate al cuore dei Fedeli.
Vescovo Bresciani: “Carissimi fedeli della vicaria della Beata Assunta Pallotta, con gioia vi do il benvenuto in questa nostra chiesa cattedrale, madre di tutti i fedeli della diocesi. Saluto con voi i vostri parroci che vi accompagnano. A loro il mio grazie per il ministero che con tanta dedizione svolgono tra voi.
Siete venuti qui per celebrare il vostro Giubileo della Misericordia e qui il Signore vi accoglie con la braccia aperte in un tenero abbraccio con il quale conferma la sua benevolenza verso di voi e vi dice che vi aspettava per questo incontro di grazia.
Il Vangelo di oggi ci parla del modo rispettoso e chiaro con cui Gesù tratta la povera donna scoperta in flagrante adulterio, portata davanti a lui perché la condannasse ad essere atrocemente lapidata. La nostra società, che si dice disinibita, con i suoi facili costumi, non si preoccupa tanto di condannare (certamente in quel modo è assolutamente inaccettabile), quanto di giustificare il male, di non considerarlo più tale in virtù della libertà personale, e questo non va bene. Giustificare il male significa dargli più spazio, permettergli di devastare vite umane anziché portare a felicità e questo sta avvenendo anche con troppe famiglie che si dividono e falliscono, non senza tanta sofferenza di tutti, soprattutto dei bambini.
Il modo in cui Gesù tratta la povera donna adultera, così duramente condannata dai suoi accusatori, ci richiama alla necessità del perdono e della misericordia, anche all’interno delle famiglie, perché senza perdono tutte le relazioni falliscono, in quanto tutti siamo limitati e tutti sbagliamo qualche volta, in un modo o in un altro.
È singolare: se la donna è stata scoperta in flagrante adulterio, vuol dire che anche l’uomo è stato scoperto con lei, ma questi non viene portato davanti a Gesù per chiedere che anche lui venga condannato. Come siamo parziali nella durezza del nostro cuore, più facili a condannare i deboli e a giustificare i forti! Gesù fa l’opposto: perdona i deboli che si riconoscono peccatori e usa parole forti con coloro che, ritenendosi giusti mentre compiono il male, condannano gli altri: si tratta dei corrotti e purtroppo non sono pochi.
Sarebbe meglio portare davanti a Gesù coloro che in vari modi istigano all’adulterio o rendono fragile la relazione coniugale, a danno dei coniugi e dei figli. I poveri peccatori che si riconoscono tali Gesù li perdona, sempre, ma i corrotti che speculano sulle debolezze umane, coloro che guadagnano con l’inganno corrompendo i costumi, coloro che propagandano come progresso della società ciò che rovina le vite e le famiglie, costoro meritano un richiamo più forte alla conversione.
La misericordia di Dio è infinita ed è per chiunque si pente e umilmente riconosce il proprio peccato, ma sui corrotti che non vogliono riconoscerlo, e quindi convertirsi, non può non ricadere la condanna morale. Ma anche per loro Dio tiene aperta la porta, solo che essi vogliano varcarla. Questa è l’infinita misericordia di Dio che, per nostra fortuna, tiene sempre aperte le porte anche per noi e ci permette di varcarle, come abbiamo fatto questa sera con la porta santa, per incontrare il suo abbraccio di pace e diventare membra vive della Chiesa.
Voi, cari fedeli della vicaria della Beata Assunta Pallotta, venite dalla periferia della diocesi, dai piedi dei Sibillini, e so che talvolta soffrite per questa lontananza che vi rende più difficile approfittare delle varie iniziative diocesane alle quali tuttavia, lodevolmente, non mancate mai. Rappresentate una realtà molto viva, tenace nelle ricche tradizioni di fede, e godete anche di intensa creatività imprenditoriale che vi ha permesso un certo benessere economico e così di affrontare relativamente bene anche la crisi economica. Ringraziamo il Signore.
Avete una storia passata di una fede viva e ricca di iniziative e di opere, ma come per tutti bisognosa di riscoprire una sempre più viva corresponsabilità di tutti nelle cose della Chiesa, in unità con i vostri parroci. Non lasciateli mai soli nelle loro fatiche spirituali, materiali ed economiche a beneficio delle vostre comunità. Affiancateli con il consiglio, ma anche con l’operosità della vostra carità e della vostra concreta collaborazione. Siate sempre vicini ai vostri parroci, collaborando e cooperando con loro generosamente e vogliate loro bene, pregando anche ogni giorno per loro: noi sacerdoti abbiamo bisogno di voi, cari fedeli, per camminare insieme con voi sulle strade della fede che oggi il Signore attraverso la sua Chiesa, in particolare attraverso papa Francesco, ci indica.
In alcune vostre realtà locali soffrite per la diminuzione della popolazione che rende sempre più difficile mantenere viva la storia del passato, la cultura e le strutture che esso vi ha consegnato. Incominciate sentire anche la diminuzione del clero che rende difficile in alcuni casi garantirne la presenza come lo è stato in un passato non troppo lontano. Ma le radici della vostra fede sono solide e ben affondate nel modo di sentire del vostro popolo. Di questo rendiamo insieme grazie a Dio.
Sappiamo però che le radici vanno alimentate sempre di nuovo, se si desidera che continuino a dare frutti copiosi. Non fermatevi a rimpiangere un passato che non torna più, ma adoperatevi con la vostra testimonianza per trasmettere ai vostri giovani, l’unica vera speranza sulla quale costruire un futuro promettente: l’amore di Dio e del prossimo. Accostatevi a loro con amore, senza farvi mancare una parola di verità che smascheri le tante illusioni che il mondo oggi presenta loro, ma fatelo sempre con quella tenerezza che comprende le loro fatiche e li accompagna dolcemente come fa il buon pastore che va in cerca della pecora smarrita e teneramente se la carica sulle spalle. So che questo è già alle attenzioni della vostra vicaria: vi esorto a proseguire con fiducia, coinvolgendo con coraggio sempre più anche gli stessi giovani affinché siano loro a chiamare i loro coetanei ed siano per loro testimoni credibili.
Abbiate sempre misericordia gli uni per gli altri e siate sempre operosi nella carità e nelle opere di misericordia corporale e spirituale. E Dio, Misericordioso e Pietoso, vi accompagni sempre nella vostra vita: confidate sempre nella sua misericordia anche nei momenti di difficoltà.
Maria, che in questa cattedrale veneriamo sotto il titolo di Madonna della marina, vi accolga sotto il suo manto e vi protegga da ogni male nel corpo e nello spirito. E la pace di Dio sia sempre con voi.”
Forte e significativo anche il momento centrale dell’Eucaristia, con la Preghiera dei Fedeli, accompagnata dal gesto di deporre pietre ai piedi del Crocifisso, e la Processione offertoriale, in cui alcuni giovanissimi Cresimandi hanno presentato al Vescovo, insieme ai doni per la Liturgia, anche cibo per un simbolico pasto presso la Mensa della Caritas diocesana, di cui tra l’altro proprio in questa ultima Domenica di Quaresima si è celebrata la Giornata di Carità.