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Papa Francesco: non siamo il nostro peccato

AngelusZenit di Antonio Gaspari

Prima dell’Angelus, papa Francesco, particolarmente ispirato ha detto che il Vangelo di oggi è tanto bello e che gli piace tanto leggerlo e rileggerlo, perché mette in luce la misericordia di Dio che non vuole mai la morte del peccatore.

Il Vangelo di ieri racconta di una donna sorpresa in adulterio. Scribi e farisei la prendono e la trascinano di fronte a Gesù, nella spianata del Tempio. Chiedono che venga lapidata.

La donna – ha spiegato il Papa – si trova in mezzo tra Gesù che è misericordia e la violenza, la rabbia, dei suoi accusatori.

Scribi e farisei chiedono il parere di Gesù. Secondo Papa Francesco, la domanda non è innocente, ma nasconde l’intento della gente cattiva di mettere in difficoltà il nazareno.

Infatti se Gesù approva la lapidazione della donna “perderà la sua fama di mitezza e bontà che tanto affascina il popolo; se invece vorrà essere misericordioso, dovrà andare contro la legge, che Egli stesso ha detto di non voler abolire ma compiere”.

Gesù è incerto, comincia a scrivere con il dito per terra, cerca di prendere tempo, vuole calmare la folla che aveva già in mano le pietre da lanciare. E poi dice: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.

Queste parole hanno l’effetto immediato di disarmare gli accusatori. A cominciare dai più anziani, vengono deposte le pietre e la gente se ne va.

Il Nazareno rimane solo con la donna, il Papa ha commentato: “la miseria e la misericordia, una di fronte all’altra”.

Il Papa ha spiegato che Gesù guarda l’adultera con sguardo pieno di misericordia, per farla sentire amata sollevata dalla miseria del peccato. In questo modo Gesù fa in modo che l’adultera abbia coscienza di avere una dignità di persona “lei non è il suo peccato” “può cambiare vita, può uscire dalle sue schiavitù e camminare in una strada nuova”.

Richiamando l’attenzione il Papa ha sostenuto che l’esperienza dell’incontro tra Gesù e l’adultera rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi, e cioè “non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù”.

Il Nazareno “è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte”.

“Dio – ha sottolineato Papa Francesco – non ci inchioda al nostro peccato, non ci identifica con il male che abbiamo commesso. Ci vuole liberare, e vuole con anche noi lo vogliamo insieme con Lui. Vuole che la nostra libertà si converta dal male al bene, e questo è possibile, è possibile!, con la sua grazia”.