Il barbone morto di freddo a Roma, le suore di Madre Teresa uccise nello Yemen, le persone che si ammalano nella “terra dei fuochi”. Sono alcuni fatti drammatici citati oggi dal Papa, nell’omelia della Messa a Santa Marta. Davanti a queste “valli oscure” del nostro tempo, ha affermato, l’unica risposta è affidarsi a Dio: anche quando non capiamo, come davanti alla malattia rara di un bambino. “Quando noi, oggi, guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili, tanti … tanti che adesso, tu chiedi ai genitori: ‘Ma che malattia ha?’ – ‘Nessuno lo sa: si chiama malattia rara’. È quella che noi facciamo con le nostre cose: pensiamo ai tumori dalla Terra dei fuochi … Quando tu vedi tutto questo, ma dove sta il Signore, dove sei? Tu cammini con me? Tu vedi queste quattro sorelle trucidate: ma, servivano per amore, e sono finite trucidate per odio! Quando tu vedi che si chiudono le porte ai profughi e li si lasciano fuori, all’aria, con il freddo … Ma, Signore, dove sei Tu?”. “Come posso affidarmi a Te -ha ripreso il Papa – – vedo tutte queste cose?”. “Perché soffre un bambino? Non so: è un mistero, per me”. La risposta da dare a domande come queste, per Francesco, è nelle parole pronunciate da Gesù al Getsemani: “‘Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà”. “Gesù sa che non finisce tutto, con la morte o con l’angoscia, e l’ultima parola dalla Croce: ‘Padre, nelle Tue mani mi affido!’, e muore così”, ha commentato il Papa: “Affidarsi a Dio, che cammina con me, che cammina con il mio popolo, che cammina con la Chiesa: e questo è un atto di fede. Io mi affido. Non so: non so perché accade questo, ma io mi affido. Tu saprai perché”. E questo, ha detto, “è l’insegnamento di Gesù: chi si affida al Signore che è Pastore, non manca di nulla”. Anche se va per una valle oscura, ha aggiunto, “sa che il male è un male del momento, ma il male definitivo non ci sarà perché il Signore, ‘perché Tu sei con me. Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza’”. Questa, ha sottolineato, “è una grazia” che dobbiamo chiedere: “Signore, insegnami ad affidarmi alle Tue mani, ad affidarmi alla Tua guida, anche nei momenti brutti, nei momenti oscuri, nel momento della morte”. “Ci farà bene, oggi, pensare alla nostra vita, ai problemi che abbiamo e chiedere la grazia di affidarci alle mani di Dio. Pensare a tanta gente che neppure ha un’ultima carezza al momento di morire”, ha assicurato Francesco: “Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza … Ma io mi affido, perché Tu non deludi”. “Signore – ha concluso – non ti capisco. Questa è una bella preghiera. Ma senza capire, mi affido nelle tue mani”.