SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Anche quest’anno, come ormai da un po’ di tempo a questa parte, la Settimana Santa a Sant’Egidio alla Vibrata si apre con un evento che coinvolge gran parte delle strade e della popolazione: la rappresentazione della passione e della morte di Cristo.
Abbiamo chiesto alla signora Patrizia Testardi, responsabile e coordinatrice dell’evento, di raccontarci i preparativi e i retroscena di un’iniziativa che, ogni anno, fa ripercorrere visivamente e spiritualmente a tutti i santegidiesi (e non solo) gli ultimi episodi della vita di Gesù.
Come e quando nasce la “Passione di Cristo” a Sant’Egidio alla Vibrata?
La prima edizione di questa manifestazione risale al 1997: suo promotore fu il parroco di allora, don Tommaso Capriotti, il quale, con la collaborazione di una signora di Teramo, Vanda D’Egidio, pensò di portare quest’evento anche nella nostra cittadina. Per i primi anni la rappresentazione si svolse internamente alla chiesa parrocchiale ma poi, sei anni fa, prendemmo la decisione di esternalizzarla e inscenarla proprio per le vie del paese. Poi, col passare degli anni, questa manifestazione è cresciuta sempre più fino a diventare una tradizione, uno dei momenti più significativi per la comunità santegidiese. Si tratta, infatti, ogni anno di un qualcosa di meraviglioso e stupefacente, che ci fa tornare indietro nel tempo e ci permette di rivivere e assaporare più da “vicino” le scene cruciali che hanno cambiato la storia dell’umanità.
Quante persone collaborano per la riuscita di questa rappresentazione e quando iniziano i preparativi?
C’è prima un’equipe di persone inizia a riunirsi a dicembre per organizzare il tutto, ognuno dedicandosi ad un compito specifico: c’è chi, ad esempio, si occupa della preparazione delle scenografie (come Tito Galiffa e Adino Giovannini), chi dei vestiti e del trucco come Alessandra Moretti… insieme ad altre, tantissime e preziosissime, persone che lavorano dietro le quinte. Io, personalmente, mi occupo di coordinare un po’ il tutto, oltre ovviamente a “reclutare” i personaggi, rielaborare i copioni, preparare gli attori, assemblare le scene ecc.…
A gennaio, poi, iniziano degli incontri di catechesi inerenti proprio la Passione, ideati per studiare e approfondire meglio i personaggi ed aiutare quindi gli interpreti a immedesimarsi meglio nella parte.
In totale quest’anno ci saranno in scena circa un’ottantina di persone, forse qualcuna in meno rispetto agli anni passati (visto che abbiamo deciso di non “gemellarci” con altri paesi) ma con lo stesso entusiasmo e lo stesso impegno di sempre.
Com’è cambiata nel tempo questa rappresentazione?
Le scene sostanzialmente non cambiano ma nel corso degli anni noi abbiamo aggiunto alcuni momenti o personaggi, ad esempio il diavolo che parla a Gesù o il bambino che gli va incontro…
Quest’anno, per esempio, ci sarà in più l’incontro tra il centurione e Gesù al momento dell’ingresso di quest’ultimo a Gerusalemme ed è stata un po’ ampliata la parte finale della rappresentazione, cioè il momento della deposizione di Gesù nel sepolcro: saranno infatti i soldati del Sinedrio a portarlo, poi arriverà Pilato che farà invece sistemare i soldati romani.
La grande novità di quest’anno però è un’altra. Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, anche il sindaco Rando Angelini aveva espresso il desiderio di interpretare un personaggio e finalmente quest’anno siamo ben contenti ed onorati di averlo con noi, nelle vesti poi di Ponzio Pilato. Il sindaco ha avuto infatti il coraggio di mettersi in gioco e ha partecipato volentieri ai nostri incontri di preparazione. Possiamo dire che indubbiamente è stato lui la vera rivelazione dell’anno: il sindaco si è rivelato, infatti, un attore nato, una grande e bella scoperta.
Quali sono, se ci sono, i momenti più difficili da preparare?
Forse l’audio richiede il lavoro più lungo perché prevede il doppiaggio di tutto il copione: ogni persona che interpreta un personaggio, infatti, registra la propria voce che poi, in concomitanza di ogni scena, verrà caricata dalla regia.
Per quanto riguarda le scene, invece, credo che non ne esista una più difficile delle altre: tutte, a loro modo, sono elaborate e complesse. Niente risulta, infatti, facile per noi che nella vita non siamo di certo degli attori professionisti ma solo dei volontari che, animati dalla propria fede, decidono di mettere in scena una rappresentazione. Molte difficoltà, ad esempio, nascono dal fatto poi che il range di età degli attori va dai 4 ai 70 anni: ci sono bambini, adulti e anziani da coordinare e vi assicuro che non è affatto semplice. C’è da dire però che, nonostante la fatica e i sacrifici, ogni anno quest’evento rappresenta un’emozione unica e mai uguale, un momento di aggregazione molto importante per i santegidiesi. Quest’anno, poi, abbiamo anche deciso di anticipare la messa in scena alle 16.30 proprio per per cercare di venire incontro alle esigenze di tutti e pensiamo di riuscire a finire entro le 18, prima cioè della celebrazione della Santa Messa domenicale. Poi, per concludere in bellezza, sempre dopo aver rimesso tutto in ordine, andremo a cenare tutti insieme in una pizzeria, anche con Don Luigino, che dobbiamo ringraziare: il nostro nuovo parroco ci ha, infatti, dato carta bianca ed si è mostrato entusiasta e felice per ogni iniziativa che si realizza per e nella parrocchia. Un ringraziamento speciale va poi all’Amministrazione Comunale che ci ha supportato ed aiutato, in primis al sindaco Rando Angelini e all’assessore Annunzio Amatucci, i quali si sono da subito mostrati disponibili ad aiutarci concretamente, pagando il service e tutte le spese necessarie.