CASTELRAIMONDO (MACERATA) – L’esordio nel grande ciclismo del Monte San Vicino, la salita più dura e temibile in quella fascia di Appennino tra il Catria e Sasso Tetto, è andato in fumo a causa del precauzionalismo degli organizzatori della Tirreno-Adriatico.
Tra i più arrabbiati sicuramente Vincenzo Nibali, che vede sfumare il tris di “sea master trophy”. Ma Vincenzo, denominato “Lo squalo dello Stretto” è sempre l’eroe dei due mari e dei tre giri, grazie alle vittorie al Giro d’Italia nel 2013, al Tour de France nel 2014 e alla Vuelta di Spagna nel 2010.
In esclusiva per Ancoraonline.it lo abbiamo incontrato a Borgo Lanciano di Castelraimondo, nell’alto maceratese, ecco le sue parole:
Dopo il rinvio della tappa di Monte San Vicino, qual è il punto di vista di Vincenzo Nibali?
“Quello che abbiamo vissuto in questo momento è una situazione molto importante perché noi corridori ci siamo esposti in prima persona, è chiaro che non è semplice trovare la neve e correre con la neve, perché noi corridori soffriamo tanto giornate come queste, ricordando magari una Sanremo in due tappe, quindi si corrono dei grandi rischi per noi ed è giusto che ci sia, come dire, un certo senso di sicurezza preso nei nostri confronti e questo è di grande ammirazione da parte dell’organizzazione. E’ chiaro che il rammarico per noi che eravamo venuti qua per cercare di puntare in alto con la classifica, rimane di non aver trovato un’alternativa con un percorso b. Con questo rinvio le chances per risalire la classifica sono davvero basse”.
Cosa consigli ai giovani per essere “di successo” nel ciclismo e nella vita?
“Prima di tutto per i giovani quello che dico sempre è di crescere piano piano e di non bruciare le tappe, se la stoffa c’è il campione emerge da se. La tranquillità nel mio caso è quella che ha giocato a volte un ruolo importante, a maggior ragione quando si è sicuri e si ha una condizione veramente buona. Per i giovani comunque la parola buona è quella di cercare delle ottime squadre, specialmente nel settore giovanile, che possano aiutarli a fare le scelte giuste e la crescita migliore per arrivare poi nelle categorie più importanti con una conservazione maggiore, se si può dire così”.
Qual è il tuo rapporto con la Chiesa, con le istituzioni religiose e con Papa Francesco?
“Il mio rapporto con la Chiesa è che io e la mia famiglia siamo credenti, è chiaro che passiamo tantissime giornate lontano da casa e quindi non siamo diciamo dei grandi religiosi praticanti, però la preghiera c’è sempre, quindi il rito religioso, prima di una partenza ci sta e seguiamo sempre le parole del nostro Papa Francesco”.
Andiamo a Rio de Janeiro, si dice che il circuito è adatto alle tue caratteristiche.
“E’ chiaro che è un obiettivo molto importante e al di là di questo ci sono altri obiettivi come il Giro d’Italia e successivamente penseremo anche al Tour. E’ chiaro che in questo momento pensiamo di finire questa Tirreno per poi fare le valutazioni per proseguire poi la stagione, se seguire il programma che ho detto oppure fare una rivalutazione di tutto”.
Vincenzo Nibali, un uomo che come Majorana, Archimede e Bellini ha fatto grande la Trinacria (Sicilia, ndr.) nel Mondo.