Il riconoscimento istituzionale del 21 marzo come “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” è “un importante segno di attenzione sia verso chi è stato ucciso dalla violenza mafiosa per averla contrastata o per esserne stato incolpevolmente vittima, sia verso i familiari”. Lo ha affermato don Luigi Ciotti , presidente nazionale Libera. “Lo dobbiamo a loro che ci hanno permesso di capire la portata della violenza mafiosa che colpisce i corpi e le anime – ha proseguito don Ciotti -. Loro che ci hanno invitato a denunciare il rischio di una memoria selettiva che ricorda solo le vittime di ‘primo piano’ ( ed è importante farlo) dimenticando tutti gli altri. Loro ci hanno chiesto di costruire un ponte con le nuove generazioni. Loro ci hanno insegnato che la memoria è una cosa viva e che ci sfida tutti all’impegno, ci commuove e ci fa muovere”. Don Ciotti invita a rifiutare “l’inganno della memoria di circostanza, mai una esibizione d’identità ma una memoria sempre al servizio per il bene di tutti e per un bisogno di verità”. Con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, Libera ha voluto arrivare fortemente a questo obiettivo perchè nel suo ventennale cammino “ha sempre avuto a fianco i familiari delle vittime innocenti delle mafie. Li ha coinvolti e ha imparato da loro e insieme ha costruito progetti e iniziative per fare della memoria un motore di impegno e un veicolo di speranza”. Il 21 marzo, che quest’anno ha il suo centro a Messina collegata simultaneamente con mille luoghi d’Italia, “non è mai stata una data fine a se stessa – ha sottolineato don Ciotti – , ma sempre la tappa di un impegno che dura 365 giorni all’anno nelle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle parrocchie e dovunque i cittadini vivono quella responsabilità per il bene comune che è il primo antidoto al male delle mafie e della corruzione”.