La sorte di oltre 20mila bambini in Grecia e nei Balcani è in sospeso. Per questo l’Unicef chiede ai leader dell’Unione europea e alla Turchia di trovare un piano comune per i bambini rifugiati e migranti, una volta raggiunto un accordo che potrebbe avere serie conseguenze sulle loro vite. “L’Unicef è profondamente preoccupato che il ritorno dei bambini migranti e rifugiati a un futuro incerto in Turchia possa essere profondamente traumatico e dannoso – ha dichiarato Marie Pierre Poirier, coordinatore speciale dell’Unicef per la crisi rifugiati e migranti in Europa -. È necessario trovare un accordo comune che dia priorità al superiore interesse dei bambini e rispetti pienamente le leggi del diritto internazionale. Questo significa garantire misure che almeno assicurino ai bambini i bisogni di base e proteggano i loro diritti fondamentali”.
L’Unicef raccomanda una serie di misure di sicurezza dei bambini: ogni bambino ha il diritto di richiedere protezione internazionale, diritto che deve essere rispettato; indipendentemente dallo status di migrante, un bambino non dovrebbe mai essere rimandato indietro, se questa decisione è presa in violazione dei diritti dei bambini; i bambini non dovrebbero mai essere detenuti solo per il loro status di migranti; dovrebbero essere ricercati percorsi alternativi, sicuri e legali dal momento che le repentine chiusure dei confini espongono i bambini a traffico e sfruttamento e li costringono a intraprendere rotte ancora più pericolose. Per l’Unicef, “con questi passi fondamentali, i leader europei dimostreranno che l’Europa è all’altezza dei suoi ideali e principi e che ogni bambino che arriva sulle coste europee sarà trattato nel loro pieno rispetto”.