DIOCESI – Suor Annselna, 57 anni, indiana, suor Margarita, 44 anni, ruandese, suor Reginette, 32 anni, pure ruandese, e suor Judith, 41 anni, keniota, uccise ad Aden nello Yemen insieme con undici loro collaboratori. Sono state colpite al volto e sfigurate, e poi uccise.
Una foto ritrae due di loro: riverse a terra, insieme, con i grembiuli del servizio. Serve cristiane dei più poveri e dei senza potere. Donne di Dio: buone, libere, coraggiose.
La bella notizia che ‘sa di giubileo’ è che le Missionarie della Carità non abbandoneranno la loro opera in quel Paese, ma “continueranno a servire i poveri e i bisognosi”.
Alla Caritas vorremo celebrare la Pasqua con queste immagini negli occhi e sul cuore. Non si tratta di una esibizione di eroismo, ma di seguire Cristo anche noi fino alla fine, testimoniando la bellezza del dare la vita per i fratelli, impegnandoci a vivere la comunione ‘uscendo’ due a due, indossando il grembiule del servizio come ha fatto Gesù il giovedì santo.
Meravigliosi segni di Pasqua, segni di misericordia, segni di morte e di risurrezione. Forse oggi fa più notizia chi toglie la vita con violenza piuttosto chi la dona per amore, eppure il sacrificio della vita, dentro scenari di guerra, apri spiragli di pace, possibilità di orizzonti nuovi per la storia.
Sono pensieri che vogliamo condividere per far giungere il nostro augurio di Pasqua e il grazie a tutti coloro che, senza far troppo rumore, gioiosamente e silenziosamente, in qualche modo aiutano la Caritas.
I terroristi sono passati anche nella cappellina della “Mother Theresa’s house” dove vivono ottanta persone, vecchi e disabili, fra cui anche bambini, e hanno ridotto il messale e la Bibbia in brandelli, hanno dato molti colpi, contro il crocefisso, sull’altare, sul tabernacolo: è la passione di Cristo che continua. Con Gesù ripetiamo: “perdona loro perché non sanno quello che fanno”(Lc 23,34), fino al giorno della Risurrezione, anche noi fedeli alle parole di Madre Teresa: «Vivere, e morire, con i poveri».
A tutti Buona Pasqua!”