“Occorre superare le distinzioni, ogni distinzione, perché tutte le persone appena ricordate sono morte per la democrazia, per il bene del nostro Paese, per la nostra libertà”. Lo ha affermato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, dopo la lettura di 900 nomi di vittime di mafia durante il suo intervento alla XXI “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. La manifestazione nazionale si è svolta a Messina sul tema “Ponti di memoria, luoghi di impegno”; numerose le manifestazioni nelle piazze italiane. Ciotti ha salutato le migliaia di giovani presenti: “Questi ragazzi sono qui per dire” ai parenti delle vittime delle organizzazioni mafiose “che non siete soli; sono venuti per metterci la faccia, per dire da che parte si sta”. “Sentiamo prepotente dentro di noi il bisogno di portare un contributo contro la mafia e la corruzione”. Don Ciotti ha poi fatto riferimento all’impegno educativo alla cittadinanza responsabile e democratica che ha incontrato nei giorni scorsi in Sicilia. “La libertà – ha aggiunto – oltre che il più prezioso dei beni è la più esigente delle responsabilità”, da qui l’impegno da parte dei singoli, della società civile, della politica, delle istituzioni a contrastare corruzione, violenza, tratta, lavoro nero. Lungo l’elenco, da parte di Ciotti, degli ambiti in cui intervenire, mettendo al centro uno sforzo rinnovato dalle scuole, “scuole che siano magiche, simbolo di una società che educa a riconoscersi uguali come cittadini e diversi come persone”, che educano alla giustizia e al senso civico.
“Non sono libere le persone vittime della povertà, dell’insicurezza, del bisogno di beni primari. Non è libero chi è costretto a fare i conti con i ricatti delle mafie, con il lavoro nero; non sono libere le donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi; non è libero chi è schiacciato dalle guerre, chi è costretto a fuggire dalla propria terra, chi non si vede riconosciuto nella sua dignità e nei suoi diritti”. Don Luigi Ciotti ha affrontato numerosi argomenti, dalla lotta alla mafia all’educazione giovanile, dall’inclusione sociale alle migrazioni: a questo proposito ha affermato che “l’accordo tra Ue e Turchia è davvero umiliante, frutto dell’ipocrita distinzione tra profugo di guerra e migrante economico”. Ha più volte richiamato il dettato costituzionale sull’uguaglianza tra i cittadini, ha citato il problema delle trivellazioni (sul quale si terrà ad aprile un referendum nazionale). Ha rivolto un pensiero ai ragazzi morti nell’incidente stradale in Spagna, presenti nel Paese per un periodo Erasmus. Quindi ha lodato un parroco di Messina che sulla chiesa della sua comunità ha steso uno striscione con la scritta “Sì al Vangelo, no alla mafia”. Ha richiamato l’impegno di magistrati, forze dell’ordine, amministratori pubblici e giornalisti che lottano contro la mafia: “Non vi lasceremo soli”, ha affermato il sacerdote.
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