Una delegazione dell’Istituto scientifico internazionale “Paolo VI” sarà presente al congresso mondiale di endocrinologia Endo2016 a Boston dall’1 al 4 aprile dove presenterà una ricerca sull’endometriosi che permette di identificare e validare specifici biomarkers non invasivi grazie a una diagnosi precoce. Ne dà notizia una nota stampa dell’istituto che spiega come i risultati della ricerca su questa patologia, che riguarda il 10% delle donne in età riproduttiva, documentino “l’aumento di sei proteine infiammatorie e l’assenza di 26 proteine presenti nelle donne sane fertili. Questi dati confermano che l’infiammazione sia il link fra l’endometriosi e la sterilità. Si tratta di un punto cruciale per ridurre i tempi di diagnosi e così prevenire le ripercussioni negative dell’endometriosi sulla fertilità femminile”. La ricerca è stata coordinata da Riccardo Marana, direttore dell’Isi “Paolo VI”, e svolta in collaborazione con Massimo Castagnola, direttore Istituto chimica e biochimica clinica. L’istituto di ricerca su fertilità e infertilità umana è una Fondazione voluta nel 2001 da università cattolica del Sacro Cuore, Istituto Giuseppe Toniolo e Fondazione Vaticana Paolo VI per la cultura cattolica in Italia. L’attuale presidente, Ombretta Fumagalli Carulli, è stata designata dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Il laboratorio dell’Isi, di recente totalmente rinnovato, verrà inaugurato il prossimo 6 aprile dal Segretario di Stato. Obiettivo dell’istituto è promuovere la ricerca su fertilità e sterilità umana, identificando percorsi diagnostico-terapeutici alternativi alla fecondazione in vitro, e diffondere i metodi naturali di regolazione della fertilità.