DIOCESI – Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata il giorno di Pasqua, domenica 27 Marzo, in Cattedrale dal Vescovo Carlo Bresciani.
Mons. Bresciani: “La sequenza di Pasqua che abbiamo proclamato prima del Vangelo dice “Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via? La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto”. Anche noi, questa sera, siamo qui per interrogare la Chiesa, di cui Maria in questo caso è la figura, e per chiederle di raccontarci il mistero della morte e resurrezione del Signore, quel mistero che la Chiesa ha incontrato nei secoli della sua storia e che è stato la fonte della sua vita.
Vogliamo conoscere e sapere, perché anche noi possiamo vedere e credere. Siamo venuti per chiedere la grazia della fede e vogliamo sentire testimonianze autentiche, di prima mano, perché non vogliamo lasciarci portare via il nostro Signore solo perché non lo conosciamo abbastanza o perché ci siamo persi per via, distratti dalle mille incombenze della routine quotidiana e confusi dal troppo chiasso che ci impedisce di fermarci a pensare a ciò che veramente conta nella vita. Troppi distratti hanno perso il loro Signore lungo la via o se lo sono lasciato portare via.
Siamo qui, quindi, a interrogare la Chiesa: “Chiesa che ci dici di Gesù, di colui che è stato crocifisso e deposto nel sepolcro? Che ci dici di quel Gesù di cui il mondo non vuol più saperne e che ai nostri giovani sembra cosa di altri tempi non più meritevole di un pensiero o di una preghiera? A chi lo possiamo chiedere se non a te, Chiesa, che lo hai annunciato nei secoli e dici di aver ricevuto da Lui questo mandato di farlo conoscere a tutte le genti?”
La Chiesa, questa sera, ci risponde con le parole di Maria e ci ripete che il Cristo è vivente, non è più nel sepolcro, è risorto a nuova vita, talmente nuova che non riusce a descriverla, perché una cosa simile non si era mai vista prima; ci ripete che essa l’ha veramente incontrato nei lunghi secoli della sua storia ogni volta che ha visto la Sua opera di risorto nel cuore di chi in Lui ha creduto, ogni volta che il Suo perdono ha ridato vita al peccatore, ogni volta che lo stanco e lo sfiduciato ha trovato in Lui conforto e nuova energia di vita, ogni volta che un uomo o una donna ha donato la sua vita lasciandosi guidare dall’amore Suo per ogni essere umano. Sì, la Chiesa vede il risorto che opera ogni giorno nel cuore di tanti esseri umani generando in essi bontà e amore, anche e nonostante situazioni di sofferenza e di ingiusta oppressione.
E questa, carissimi, non è una favola per persone facilmente credulone, ma è realtà quotidiana per chi incontra Cristo risorto, inspiegabile se non alla luce della sua potente azione nel cuore dei fedeli.
Anche gli stessi apostoli furono trasformati dall’incontro con Lui risorto: passarono dalla paura e dalla pusillanimità che li fece fuggire al coraggio di una vita donata fino al martirio. Se chiedessimo loro che cosa è successo per provocare tale straordinario cambiamento, ci risponderebbero: “abbiamo incontrato il risorto”. Se chiedessimo ai discepoli di Emmaus che cosa è successo che li ha fatti tornare a Gerusalemme pieni di gioia dopo che se ne erano allontanati con il cuore triste e deluso, risponderebbero: “abbiamo incontrato il risorto!”.
Se chiedessimo a san Paolo che cosa è successo che da persecutore dei cristiani si è fatto loro difensore di fronte al tiranno romano, ci risponderebbe: “ho incontrato Gesù risorto, il vivente”.
Miliardi di persone ci risponderebbero alla stessa identica maniera: “abbiamo incontrato il risorto”. Questo è quello che la Chiesa incontra ogni giorno sulla sua via, facendone esperienza viva: è qui che lei oggi vede il Cristo risorto, lo adora contemplando le sue opere e lo proclama a tutto il mondo.
Lo dice anche a noi questa sera: “Gesù non è più nella tomba, è risorto e vivo” e ci ha preceduto in Galilea, là dove, salendo al Padre, ci ha aperto la porta del Paradiso dove ha preparato un posto per coloro che hanno creduto in Lui e lo hanno seguito. Così Egli aveva promesso: Chi crede in me avrà la vita eterna.
La Chiesa non ci racconta solo di fatti del passato, di belle ed emozionanti storie più o meno a lieto fine; ci racconta di un Dio che continua la sua azione anche oggi nel nostro mondo, dentro di noi cambiando il nostro cuore e rendendolo capace di amare fino al dono di noi stessi e, in molti casi, fino al dono della vita.
Tutto questo ha avuto un inizio: la resurrezione di Colui che i prepotenti di turno credevano di aver fatto tacere per sempre appendendolo a una croce fino alla morte. Questo inizio noi celebriamo questa sera e ne gioiamo, perché sappiamo che nessuno può pretendere di far tacere Dio e di allontanarlo dal mondo, neppure se usa la violenza bruta e assassina del terrorismo, non importa sotto quali mentite spoglie nasconda il suo orribile delitto.
“Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa”. Così la Chiesa ci racconta e così anche noi così cantiamo questa sera con la sequenza pasquale. In Lui, vivo, la nostra speranza di vita è saldamente fondata e, in questo anno Giubilare della Misericordia, a Lui ci rivolgiamo con la preghiera: “Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi”.
Buona Pasqua, carissimi. Il Signore risorto sia la fonte della vostra vita, ravvivi la vostra speranza e vi renda operosi nella carità attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale come ci propone il Giubileo straordinario della Misericordia che stiamo celebrando”.