Mai così tante esecuzioni nel mondo come nel 2015: gli allarmanti dati sulla pena di morte sono stati diffusi oggi da Amnesty international nel suo rapporto annuale, che conta almeno 1634 persone messe a morte, oltre il doppio rispetto all’anno precedente. Amnesty sottolinea che i Paesi che più ricorrono al boia, oltre alla Cina di cui mancano però i dati ufficiali perchè ricorre al segreto di Stato, sono come sempre l’Iran (977 esecuzioni, tra cui minorenni), il Pakistan (326), l’Arabia Saudita (158) e gli Usa (28), che però registra il numero più basso dal 1991.
“L’aumento delle esecuzioni, lo scorso anno, è profondamente preoccupante – ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International -. Iran, Pakistan e Arabia Saudita hanno fatto un uso senza precedenti della pena di morte, spesso al termine di processi gravemente irregolari. Questo massacro deve cessare”. Di contro, gli Stati che continuano a eseguire condanne a morte sono una piccola e sempre più isolata minoranza: nel 2015 altri quattro Paesi (Figi, Madagascar, Repubblica democratica del Congo e Suriname) hanno abolito la pena capitale.