“Non ho visto e non ho voluto assolutamente vedere la trasmissione, ma mi sembra sia sacrosanta la protesta nei confronti della Rai e di alcuni giornalisti. Si può anche invitare il figlio di Totò Riina o di altri in televisione ma non devono essere loro a guidare le danze e poter fare lo show per spiegarci cosa non è la mafia”. Così monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha risposto ad una domanda del Sir a proposito della crescente protesta dell’opinione pubblica contro “Porta a Porta” per aver invitato in trasmissione il figlio di Totò Riina. “Bisogna avere giornalisti intelligenti, non inginocchiati, che sappiano porre le domande che la gente vuole fare a queste persone – ha sottolineato, a margine di un convegno Caritas sulle dipendenze in corso oggi a Roma -; non le domande dei perbenisti ma quelle della gente che ha avuto danni gravi, familiari uccisi”. “Dico anche ufficialmente – ha sottolineato – che qualora venissi chiamato a Porta a Porta non ci andrò mai, proprio per non andare nelle stesse poltrone. Non sono stato chiamato ma non ci andrò mai perché non si possono fare queste cose per dare spettacolo. E scusate la durezza”.