Secondo un nuovo rapporto realizzato da Unicef e Unama/Missione di assistenza Onu in Afghanistan, i bambini afghani hanno sempre più difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e all’istruzione. Nel 2015, le violenze causate dal conflitto hanno provocato la parziale o totale chiusura di oltre 369 scuole, colpendo più di 139 mila studenti e 600 insegnanti. Nel 2015 sono stati documentati 125 incidenti accaduti a personale medico-sanitario: 20 operatori sono stati uccisi, 43 feriti e 66 sequestrati. Documentati anche 132 episodi che hanno colpito l’accesso all0 istruzione e il personale scolastico: 11 operatori sono stati uccisi, 15 feriti e 49 rapiti. Dati sono in forte aumento rispetto al 2014. Queste violenze minano il personale sanitario e scolastico, riducono le strutture e limitato l’accesso dei bambini ai servizi sanitari e di istruzione di base. Il rapporto copre 3 anni: 1 gennaio 2013 – 31 dicembre 2015. “E’ inaccettabile che insegnanti, medici e infermiere siano soggetti a violenze o minacce e che le scuole e le strutture mediche siano utilizzate in modo diverso o attaccate,” ha dichiarato Nicholas Haysom, rappresentante speciale in Afghanistan del segretario generale delle Nazioni unite. “Tutte le parti devono attuare misure per proteggere le scuole e i servizi sanitari”. “Nel 2015 i bambini hanno avuto sempre più difficoltà nell’accedere ai servizi sanitari e scolastici in Afghanistan a causa dell’insicurezza e delle violenze legate al conflitto, ulteriormente aggravate da alti livelli di povertà cronica in tutto il paese,” dichiara Akhil Iyer, rappresentante Unicef in Afghanistan. “Le violenze legate al conflitto non solo mettono i bambini afghani a rischio, ma limitano anche i loro diritti fondamentali all’istruzione e alla salute” afferma Danielle Bell, direttore diritti umani Unama. “Gli sforzi devono essere raddoppiati per permettere ai bambini – in particolar modo alle bambine – accesso libero e sicuro ai servizi sanitari e all’istruzione.”