Si è tenuto presso il Cenacolo San Marco (Terni)un incontro sul beato Pier Giorgio Frassati.
L’iniziativa dal titolo “Verso l’Alto” è stata organizzata L’iniziativa, organizzata dall’Istituto di studi teologici e storico sociali (Istess) di Terni in collaborazione con la Commissione diocesana per la pastorale giovanile.
All’incontro sono intervenuti l’Avvocato Marco Sermarini (Fondatore della Compagnia dei Tipi Loschi di Grottammare) e Don Matteo Antonelli (Assistente ecclesiastico Azione Cattolica).
L’obiettivo dell’iniziativa era quello di far conoscere e promuovere la figura di questo beato torinese che è stato in grado di trasformare in “ordinaria” la straordinaria strada della Santità.
Di seguito una breve testimonianza di uno degli organizzatori dell’evento: Fabrizio Saracino.
“Un giovane scout osserva incuriosito un vecchio ritratto appeso in una casa famiglia nella quale sta svolgendo il suo servizio. Il dipinto ritrae un bel giovane dalla faccia simpatica, il cui nome è riportato su targhetta. Notatola, il giovane scout chiede ad un’operatrice della casa famiglia: Chi è Pier Giorgio Frassati?: La donna lo guarda, sorride e risponde: “Un bravo ragazzo”
Così Marco Sermarini, avvocato di San Benedetto del Tronto (AP) e fondatore della “Compagnia dei Tipi Loschi” (come si definivano gli amici di Pier Giorgio Frassati) racconta il suo primo incontro, voluto dalla Provvidenza, con il giovane torinese proclamato beato da San Giovanni Paolo nel 1990. La curiosità fece il resto. La stessa curiosità che ci ha spinti ad organizzare con l’ISTESS questo incontro, tenutosi a Terni domenica 17 aprile e presieduto, oltre che dall’amico Marco, anche da don Matteo Antonelli, assistente dell’Azione Cattolica Ragazzi diocesana.
Dai loro interventi emerge la splendida figura di Pier Giorgio, un giovane apparentemente ordinario: bello, intelligente, amico di tutti, amante della montagna, dello sport e dei sani divertimenti. Era capace però, al tempo stesso, di vivere la contemporaneità di Gesù Cristo, caratteristica che condivideva con tutti i santi, da San Francesco a Chiara Luce Badano, la cui passione per Dio li rende dei tramiti per noi, attirandoci prima a sé per poi portarci inevitabilmente all’amore del Signore.
Quella del giovane Frassati era una vita fatta di Carità viva, di attenzioni verso l’altro, dove l’Altro è Cristo: «Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Richiamando il Vangelo, Don Matteo ci mostra da cosa scaturisce quest’attenzione di Pier Giorgio verso gli ultimi, una profonda spiritualità domenicana (era Terziario dell’ordine di San Domenico) che vedeva nello studio un mezzo di cambiamento. Non a caso egli scelse come facoltà ingegneria mineraria, per poter star più vicino a quella che allora era una delle categorie più misere, quella dei minatori.
San Tommaso d’Aquino, il grande “Doctor Angelicus” domenicano, ci dice che «chiunque è capace di un amore perfetto può raggiungere la beatitudine». La capacità di avere uno sguardo esteso a 360° sulle miserie del mondo, unita a questo sapersi donarsi gratuitamente, resero Pier Giorgio un vero uomo delle beatitudini, di cui la più grande in lui si mostra la misericordia: questo cuore spalancato per accogliere di cui raccontano i tanti aneddoti illustrati dal Sermarini, questo sapersi tirare indietro per rinunciare al proprio io e far spazio sempre di più alla volontà di Dio, sono i tratti distitivi della difficile, e per questo bellissima, scalata di Frassati sulle alpi di Dio.
«Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» (Mt 5,7)”
Evviva Pier Giorgio Frassati!