di Stefano De Martis
La “Giornata per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza, contro la pedofilia” compie vent’anni. Momento culminante il primo maggio in piazza San Pietro per il Regina Coeli con il Papa, ma “l’impegno dev’essere quotidiano e coinvolgere tutte le persone di buona volontà, credenti e non credenti”, sottolinea don Fortunato Di Noto, fondatore e animatore dell’associazione Meter, sempre in prima linea nella lotta contro gli orchi che utilizzano le più sofisticate risorse del web per compiere i loro crimini. E come se ragionasse a voce alta soggiunge: “Se penso che abbiamo cominciato in una piccola periferia del Sud Italia e ora abbiamo notizia che ci sono gruppi che celebrano la Giornata in ogni parte del mondo…”. La priorità è informare, sensibilizzare, risvegliare e tenere deste le coscienze. Il nemico numero uno è l’indifferenza, perché – come recita il tema della Giornata – “l’indifferenza ti rende complice”.
Su questo terreno tutti sono chiamati a dare il loro contributo, le persone, le famiglie, le scuole, le parrocchie, i media. La comunità ecclesiale come la società civile. L’associazione Meter, dalla sua sede nazionale ad Avola, nel siracusano, diocesi di Noto, ha raccolto un primo e già consistente numero di adesioni da parte di vescovi di ogni regione d’Italia e altre ne stanno arrivando. “Per me che sono un prete – osserva don Fortunato – è di grande conforto verificare come sia cresciuta e stia crescendo ogni giorno di più nella Chiesa la consapevolezza che impegnarsi su questi temi è un modo di essere profetici nel nostro tempo”.
Ma è significativo anche il patrocinio che alla Giornata hanno dato la Camera dei deputati e il Senato, il cui presidente, Pietro Grasso, ha inviato un messaggio in cui sollecita la mobilitazione di tutti le componenti della società e richiama il dovere delle istituzioni di fornire “risposte certe ed efficaci”.
Il Report 2015 presentato il mese scorso da Meter dà la misura della diffusione della piaga delle pedopornografia sul web. Dal 2003 allo scorso anno, l’associazione ha segnalato 125.365 siti e oltre un milione di foto e di video. Soltanto tra il 2014 e il 2015 si è passati da 7.712 a 9.872 siti segnalati. Ben 3.169 i protocolli inviati alla polizia postale con cui dal 2008 Meter ha un accordo di collaborazione.
La novità più inquietante è l’esplosione dell’uso per fini pedopornografici dei social network e degli archivi cloud: sui social i casi individuati nel 2014 erano stati 180 mentre lo scorso anno sono balzati a 3.414. E poi c’è tutta la galassia oscura del cosiddetto Deep Web, la parte della rete che non viene rilevata dai normali motori di ricerca, un pianeta sommerso in cui l’anonimato viene sfruttato per svolgere attività criminali di ogni tipo, comprese appunto quelle pedopornografiche.
Resta sullo sfondo il problema della mancanza di una normativa e di una collaborazione internazionale veramente incisive, a fronte di un problema che è per definizione globale.
Ma non c’è soltanto l’impegno, indubbiamente fondamentale, per il contrasto e la prevenzione. “Non dobbiamo mai dimenticare le vittime delle violenze – rimarca con forza don Fortunato – e dobbiamo chinarci su di esse come il buon samaritano, per curare le loro ferite e per farle sentire accolte e amate”. Dal 2002 al 2015 Meter ha accompagnato in questo percorso 1.126 persone. Ma si tratta evidentemente di un compito enorme che deve coinvolgere le comunità e le istituzioni a ogni livello. Ed è per questo che al centro della Giornata ci sono proprio loro, i bambini vittime della violenza. Sarebbe importante se riuscissimo a sentirli tutti come figli nostri.
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