di Patrizia Neroni
ACQUAVIVA PICENA – Alcuni ragazzi del gruppo dei cresimandi di Acquaviva Picena hanno partecipato al Giubileo dei Giovani a Roma, insieme alla loro educatrice Savina e al loro parroco don Alfredo. Camilla, Elisa, Giulia, Nicodema e Riccardo hanno raccontato come hanno vissuto questa esperienza.
Si sente dire spesso che alla Santa Messa partecipano solo le persone anziane e che è meglio starsene in giro per i locali che collaborare in parrocchia. Forse vi sarà capitato di sentire pensieri di questo tipo anche a voi. Non vi siete meravigliati che tanti giovani, invece, hanno partecipato al Gliubileo?
No. Assolutamente no. Sappiamo che alcuni giovani hanno abbracciato la fede e conducono un certo stile di vita e altri no. Ognuno di noi ha diritto a fare la propria scelta. Siamo inoltre convinti che altri giovani sarebbero venuti volentieri, ma forse per alcune difficoltà non vi hanno potuto partecipare.
La società cambia continuamente e la Chiesa non rimane indifferente. Pensate che essa sia vicina ai giovani?
Sì.
Quale atmosfera si respirava in piazza San Pietro quando tanti giovani si sono accostati al Sacramento della Riconciliazione?
Una grandissima gioia. Vedere molti giovani che anche se caduti nel peccato, hanno voglia di rialzarsi e chiedere perdono al Signore perché li aiuti con la Sua Misericordia a condurre una vita migliore e più giusta, ci ha fatto capire quanto la loro fede sia solida.
Secondo voi i giovani che non partecipano alla Messa e che non frequentano la parrocchia lo fanno perché sono indifferenti o perché hanno vissuto brutte esperienze?
Qualcuno forse avrà pure vissuto brutte esperienze, ma l’alta percentuale di giovani che è lontana dalla Chiesa lo è perché sono indifferenti. Non si sono mai posti questa scelta. L’hanno rifiutata a priori senza un motivo specifico,per seguire altre strade che forse non amano poi così tanto.
Un messaggio per la vostra educatrice Savina e per il vostro parroco don Alfredo che vi hanno accompagnato.
“Un immenso “Grazie” ad entrambi. Non esistono parole che possano esprimere la nostra infinita e sincera gratitudine. Grazie per averci proposto questa esperienza e grazie per averci accompagnato e seguito con pazienza, affetto, attenzione e gioiosità. Ci siete sembrati adolescenti come noi e saggi verso di noi. Non ci avete imposto nulla, ma non ci avete mai lasciato soli un attimo e non ci siamo mai sentiti giudicati. Avete camminato con noi fisicamente e spiritualmente. A Savina vogliamo dire grazie per quel gelato che ci hai offerto. Ci è sembrato così buono forse solo perché ce lo avevi comprato tu. A don Alfredo volevamo dire che abbiamo scoperto una parte bellissima del suo carattere che non conoscevamo. Questa esperienza ci è servita per farci capire quanto “sei grande” e non ce ne eravamo mai accorti. Vi vogliamo bene. Quando ripartiamo?”
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