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Elena Ciarrocchi “Caro Vescovo Carlo ti scrivo…”

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblichiamo la lettera della cresimanda Elena Ciarrocchi redatta in occasione della celebrazione presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani, domenica 1 maggio, presso la Parrocchia del Madonna del Suffragio.

“Caro Vescovo Carlo ti scrivo,
L’idea che molti hanno della Cresima è come la fine di un cammino che ormai va avanti da nove anni, io invece lo considero come l’ inizio di un nuovo viaggio più individuale e intimo con Gesù.
Quando sono nata i miei genitori hanno scelto per me il Battesimo, poi il catechismo e lì i catechisti e il parroco mi hanno guidata e dandomi un’idea di Gesù.
Ora invece inizio un cammino da sola con Lui, in cui Lo conoscerò in una maniera diversa rispetto ad adesso, in un modo forse opposto o anche simile,
Lo metterò in discussione, mi riavvicinerò sempre cosciente del fatto che Lui non mi allontana. Ricordo ancora quando da piccola era un peso dover andare a messa, mentre ora è come se lì trovassi conforto, sollievo.
Prima mi accontentavo di sapere ciò che mi veniva riferito dai miei genitori e dai catechisti riguardo a Dio. Poi c’è stato un periodo in cui ho iniziato a mettere in discussione la mia Fede e Dio e sono nati i primi dubbi, le prime domande. In seguito è arrivato un momento in cui le cose che mi venivano dette non mi sono più bastate ,volevo cercarlo perché la Sua figura mi meraviglia, sento di avere un forte bisogno di Lui. Da adesso sarà una mia scelta, una mia responsabilità seguirlo, interrogarmi, conoscerlo, perché sento dentro talmente tante domande, un fuoco, un subbugli, qualcosa di indefinibile che non riesce a riposare e che voglio seguire.
Voglio davvero continuare a cercarlo, mentre intorno a me vedo solo persone demotivate che, prese forse ormai dalla monotonia delle cose, non innalzano fieri le mani per ricevere l’Eucarestia e forse neanche pensano a  cosa stanno facendo. Io sono una persona che si emoziona per le cose semplici ed è da quando ho fatto la Prima Comunione che ogni domenica ,quando mi posiziono in fila per l’Eucarestia, iniziano a sudarmi le mani e mi emoziono. Poi quando torno al mio posto, osservo la folla, una folla di animi spenti, quando invece quello che vorrei è vedere che la gente guardi il corpo di Cristo con le lacrime agli occhi,con gli stessi occhi con cui un bambino osserva stupito i suoi genitori, quegli occhi affamati ed insaziabili. Ricordo spesso che quando dovevo fare la Prima Comunione il parroco mi disse che le mani che devono sorreggere l’ostia devono fungere da trono per il corpo del Signore, tuttavia osservando la folla in chiesa io non vedo ciò, ma solo delle mani fragili, impoverite.
Vorrei quindi dire che io sento di avere fame di Gesù, di essere insoddisfatta, ho qualcosa dentro che esplode dalla voglia di Gesù, perciò dopo il primo maggio farò di tutto per continuare questo cammino, non solo a mio vantaggio ma anche per gli altri, portando testimonianza e svegliando degli animi sconfortati. Domenica riceverò lo Spirito Santo;non uscirò dalla chiesa con qualcosa di materialmente diverso, ma desidero che si veda una luce, un cambiamento.

Non so spiegare il mio rapporto con Dio, per me è indefinibile la meraviglia che io provo nell’osservare la figura di Gesù: siamo uomini, siamo terribilmente imperfetti ,complessi, siamo forse la specie più strana e nonostante ciò Egli si fida di noi da sempre e per sempre e non si stanca mai di perdonarci. Il perdono penso che sia una delle cose più affascinanti di Gesù, è molto complesso e nonostante tutti sappiamo che esso sia immenso e giusto non  riusciamo sempre a concederlo agli altri.

Spero quindi di portare un’utile testimonianza al prossimo”.

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