“Oggi la tolleranza è scomparsa dal vocabolario dei cattolici, ma è presente nelle polemiche anticattoliche”. A mettere in rilievo questo paradosso è stato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, intervenuto alla tavola rotonda organizzata durante l’incontro su “Libertà religiosa, diritti umani, globalizzazione”, svoltosi oggi al Senato. Il paradigma della libertà religiosa, ha fatto notare l’arcivescovo di Firenze, grazie al Concilio si è inserito e fondato “nella cornice dei diritti umani”: “Questo quadro ha permesso alla Chiesa cattolica di cambiare”, ha commentato Betori ricordanto la “Dignitatis Humanae” e l’affermazione di Papa Francesco per la quale “oggi non siamo in un’epoca di cambiamento ma in un cambiamento d’epoca”. Di qui la necessità di affrontare anche la questione della tutela della libertà religiosa “come una sfida e non come un ostacolo”. “Prima del Concilio, solo la verità aveva diritto alla libertà”, ha argomentato il cardinale, e la Chiesa cattolica “dove era maggioranza dettava legge e dove era minoranza chiedeva la parità con gli altri culti”. Oggi, “la verità non scompare, ma l’accesso alla verità è l’espressione della dignità della persona. La verità religiosa, come affermava Giovanni Paolo II, è la fonte e la sintesi di tutti i diritti umani: senza l’apertura al trascendente, la persona è ripiegata su se stessa. La libertà dell’uomo si nutre della ricerca della verità anche nella sua dimensione trascendente”. In questa visione, “lo Stato non è più egemone, ma garante della libertà religiosa”. Come ha detto Papa Francesco nel viaggio in Usa, “le nostre diversità religiose servono la società perché richiamano la dimensione trascendente e l’irriducibilità della persona umana e della sua dignità”. Oltre a “prendere una decisa posizione per combattere l’intolleranza religiosa che minaccia intere popolazioni”, secondo Betori occorre anche prendere coscienza che “non c’è vera libertà quando si appiattiscono le diverse confessioni religiose: esiste un legame esclusivo tra l’Italia e il cattolicesimo, come risulta dall’integrazione tra l’articolo 7 e l’articolo 8 della nostra Costituzione. L’incontro tra religioni è incontro di identità, non un annullamento di esse”.