“Nell’anno del Giubileo”, la riflessione proposta con il messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, celebrata ieri, “è centrata sui modi e sul contenuto della comunicazione, su ciò che si dice e su come si dice”. Lo scrive Vania De Luca, presidente dell’Ucsi, in un editoriale pubblicato nel sito dell’Unione cattolica stampa italiana. “Una delle caratteristiche” del messaggio di Papa Francesco, spiega, “sta nel fatto che si rivolge non solo agli informatori, ai giornalisti e ai comunicatori, ma a chiunque abbia un ruolo pubblico”. “La misericordia”, prosegue De Luca, “è, in fondo, un antidoto alla disperazione, perché ‘in ogni circostanza e in ogni situazione’ è possibile cercare e trovare ‘il sentiero di Dio’”, come “disse un giorno il cardinale Bergoglio a proposito dei religiosi che non dovrebbero mai dire ‘ho subito un’ingiustizia’ perché dovrebbero sempre ‘trovare dentro di sé, in ogni caso e in ogni circostanza, il sentiero di Dio, la via per una purificazione interiore’” (De Luca cita il volume “I nemici di Francesco” di Nello Scavo). “Bergoglio parlava di sé come religioso, ma a ben guardare – osserva De Luca – questa dovrebbe essere una tensione di ogni cristiano, chiamato in ogni situazione, anche nelle più difficili e apparentemente senza speranza, a cercare quel sentiero di Dio che di solito non è un’autostrada, e neppure una strada asfaltata, ma è più spesso una via nascosta, non evidente ma reale, come certi sentieri di montagna, che si fa fatica a individuare, ma una volta trovati indicano la strada, o come una via tra le spine, che se non si cerca con attenzione neppure si vede, ma è una via che c’è”. “Ogni atto comunicativo – conclude De Luca – presuppone un soggetto, una persona, con la sua storia, le sue esperienze, la sua cultura, la sua formazione e il suo modo di sentire, di amare e di pensare, di porsi in relazione, con la sua capacità di sguardo e di quell’ascolto che come suggerisce il messaggio dovrebbe sempre esprimere ‘vicinanza’”.
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