Leggi il primo articolo Riflessione di Gianfilippo Di Benedetto sui ragazzi autistici esclusi dalla gita e il secondo la testimonianza di Tiziana e Mirko genitori di Manuel
DIOCESI – Non è facile essere la mamma di un bambino disabile. Tutti sognano il meglio e la massima felicità per ogni figlio, ma questa madre ci insegna che con la determinazione, ma soprattutto con l’amore, tutte le difficoltà si possono superare, senza perdersi d’animo. Mamma Chiara, che ha un figlio autistico di quasi cinque anni dà una grande lezione di vita a tutti. Non si deve mollare mai, perché la felicità a piccoli passi si può riconquistare.
«Mi chiamo Chiara e sono la mamma di uno splendido bambino di quasi 5 anni a cui è stata confermata la diagnosi di disturbo dello spettro autistico all’età di due anni e mezzo circa. Prima di allora era un bimbo a cui piaceva fare tante cose: costruzioni e cubetti, sfogliare libricini, aveva la curiosità della sua età di scoprire ed esplorare tutto ciò che lo circondava.
All’epoca diceva diverse paroline tra cui “mamma” e “papà”, imitava inoltre alcuni versi di animali tra cui un buffo grugnito del maialino.
Poi tra la primavera e l’estate del 2013 improvvisamente ha smesso di fare tutto questo e il suo volto è diventato cupo e triste, non guardava più nessuno e tutto gli era indifferente, estraneo… Non esisteva più nulla… Neanche mamma e papà!
Dopo il primo periodo di profondo sconforto, di confusione, di presa di coscienza di quale fosse la problematica ci siamo subito attivati alla ricerca frenetica e disperata di specialisti e giuste figure specializzate che potessero aiutarci a percorrere la strada giusta.
Mi ricordo questo periodo come il più doloroso della mia vita: una corsa contro il tempo. Sentivo che mio figlio si allontanava sempre di più da noi, col dolore, la rabbia e la paura che non ci riconoscesse più come suoi genitori!
Abbiamo subito intrapreso un duro “lavoro” con le terapiste, programmato e personalizzato in ogni dettaglio, una vera grande e collaborativa “squadra di angeli”!
Proprio così, dei veri Angeli, tutte le persone che ci hanno e ci aiutano ancora, ad uscire da questo tunnel scuro facendoci vedere il sole e la luce: il sorriso di nostro figlio!
A distanza di tempo abbiamo ritrovato insieme a lui: la gioia, i baci ,le carezze gli sguardi e le parole più belle ed importanti che tanto ci mancavano: “mamma e papà”.
Non è ancora un bimbo verbale, ma attraverso i segni e gli sguardi lui ci comunica i suoi bisogni e tutto il suo amore ogni giorno!
È sicuramente un percorso lungo, difficile ed impegnativo, in cui ci si deve sempre mettere in discussione e alla prova: costruire ed inventare cose e stimoli nuovi da proporgli: una vera sfida!
Ricordo ancora e sento le parole preziose di mia madre che con grande forza e determinazione mi consigliava di non perdere tempo ed agire subito. Sono proprio questi giusti suggerimenti che mi sento col cuore di dare a tutte quelle famiglie che si trovano, come noi, ad affrontare questa situazione ogni giorno.
Mio figlio è un bambino speciale, speciale per me perché è la mia ragione di vita, speciale perché è lui che mi ha insegnato a vivere, a riscoprire insieme la gioia delle piccole cose, delle prime conquiste, la felicità del primo “ciao ciao” con la manina o la curiosità nel vedere una rana che salta o di nascondersi sotto le coperte!
Speciale perché mi ha permesso di entrare in quel suo piccolo mondo, quel guscio in cui era chiuso e piano piano prendendomi per mano ne siamo usciti entrambi, ognuno a modo suo, ma con il sorriso in volto.
io credo che un bambino speciale ancor prima di venire al mondo si scelga i suoi genitori speciali che sa che lo accompagneranno in questo percorso di vita e in questo “mondo speciale” che appartiene solo a noi: persone speciali!».
Lorena Ceresani
Si dice che questo nostro tempo ci ha assuefatti a tutto e niente riesce a stupirci profondamente,ma l'Amore che Chiara esprime per il figlio è' qualcosa di Speciale che penetra l'indifferenza è fa intravedere la Speranza! Grazie Chiara!