Sulla destra invece troviamo il cardinale Pietro Colonna, arciprete della basilica quando il mosaico venne realizzato, che indossa la mitria (il copricapo dei vescovi) e la casula verde; San Giovanni Battista con un cartiglio con scritto “Ecco l’Agnello di Dio”; San Giovanni Evangelista con un cartiglio con scritto “In principio era il Verbo” (cioè con le prime parole del suo vangelo) e Sant’Antonio da Padova col saio.
Nella parte inferiore, fra le finestre dell’abside, ci sono 5 mosaici che narrano alcuni episodi legato alla Natività e a Maria. Nel primo vediamo l’angelo Gabriele che porta l’annuncio della nascita di Gesù a Maria che è seduta su un trono. Nel secondo Maria giace nella grotta dopo aver partorito Gesù. Il bambino è adagiato nella mangiatoia avvolto in fasce. L’immagine è semplice e a tutti nota, eppure è piena di simbologie non sempre facili da cogliere. Questa immagine della Natività prefigura il destino di Gesù: la grotta ci ricorda il sepolcro; la mangiatoia, oltre a suggerirci che Gesù offrirà se stesso come cibo di salvezza, ricorda una bara; anche le fasce che lo avvolgono ricordano quelle funebri con le quali venivano avvolti i defunti. Il quinto mosaico, quello centrale, ci mostra la Dormizione della Madonna: la Vergine giace stesa sul letto, intorno a lei ci sono gli apostoli e Cristo prende in braccio l’anima della madre, rappresentata come una fanciulla, perché solo chi si fa piccolo come un bimbo entrerà nel Regno dei Cieli. Nel quarto mosaico i magi offrono i loro doni a Gesù oro (=regalità), incenso (=divinità) e mirra (=incorruttibilità del corpo). I magi hanno uno la barba bianca, uno la barba marrone e uno è imberbe, simbolo delle tre età dell’uomo (vecchiaia, maturità e giovinezza). Nel quinto ed ultimo mosaico i genitori di Gesù presentano il loro piccolo nel Tempio di Gerusalemme: Giuseppe offre due colombi, Maria sorregge in braccio Gesù Bambino, il vecchio Simeone, insieme alla profetessa Anna, si prepara ad accoglierlo con le mani coperte in segno di rispetto.