“Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso prometto di fare il mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso la società, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”. Sono queste le parole della “promessa” che viene pronunciata dai giovani membri dell’Assim (Associazione speranze scout Italy musulmani), la prima formazione scout di ispirazione islamica nata in Italia mentre altri gruppi sono in formazione. Parole praticamente sovrapponibili a quelle pronunciate dalle formazioni cattoliche. “Lo scoutismo, presente in molti Paesi musulmani, ha fatto sempre parte della mia formazione, da quanto ancora vivevo in Marocco, e ho pensato che sarebbe stato un’opportunità importante da offrire anche ai giovani musulmani in Italia”, racconta Abdellah, fondatore e capo del gruppo che ha sede a Solaro, nell’area metropolitana di Milano.
Cadono i muri. L’Assim, nata nel 2010, conta oggi circa una cinquantina di iscritti tra educatori e ragazzi (ma anche ragazze) suddivisi per le diverse fasce d’età. Nell’organizzazione delle attività e nelle sue finalità educative non differisce di molto da quelle delle altre realtà dello scoutismo internazionale di cui fa parte.
“Facciamo nostro il metodo di Baden Powel – prosegue Abdellah – cercando prima di tutto di formare buoni cittadini, rispettosi della natura, del prossimo e delle leggi. Stiamo all’aria aperta, svolgiamo servizi per la collettività, a partire dalle associazioni del territorio”.
Il gruppo si trova ogni domenica per le attività ordinarie mentre campi più strutturati vengono organizzati quattro volte all’anno. In occasione delle vacanze natalizie dello scorso anno, il gruppo è stato ospite a Como della Casa scout don Titino, intitolata a don Gianbattista (detto Titino) Levi, anima dello scoutismo cattolico comasco. Una collaborazione, quella con le formazioni dell’Agesci (Associazione guide e scouts cattolici italiani), fatta di incontri e collaborazioni crescenti. “Spesso – racconta Abdellah – organizziamo attività comuni e momenti di conoscenza con gruppi scout cattolici del territorio e quando ci si incontra cadono tutti i muri. Ricordo ancora con molta emozione il nostro primo ‘thinking day’ nel 2010 (la Giornata del pensiero che ricorre nel compleanno del fondatore, ndr), quando organizzammo la giornata insieme ad un gruppo cattolico, vivendo insieme i momenti di gioco e riflessione, condividendo il pasto e pregando nello stesso tempo seppur separatamente, ognuno secondo la propria fede. È stato bello restare insieme, cristiani e musulmani, con un unico scopo nel rispetto reciproco. Una giornata davvero eccezionale in cui raccogliemmo fondi per le vittime del terremoto ad Haiti”.
Fondamentalismo. L’obiettivo del gruppo resta quello di formare nuove generazioni di uomini e donne. “Mi rendo conto – continua il capo scout – di come ci siano cose di cui i ragazzi riescono a parlare con noi e non con le loro famiglie”. Un’educazione civica, ma anche religiosa: “Vogliamo soprattutto trasmettere ai giovani l’entusiasmo per la vita e le tante cose belle che si possono fare – continua Abdellah –, non limitandoci a segnalare le cose che non vanno fatte”. Lo scoutismo di ispirazione islamica in Italia si trova però oggi ad affrontare un’altra difficoltà, forse la più insidiosa: la diffidenza crescente nei confronti delle comunità islamiche a seguito degli attentanti commessi da alcuni estremisti che agiscono proprio in nome dell’Islam. “I nostri ragazzi – conclude il referente dell’Assim – sono le prime vittime, perché non hanno colpe per certi attacchi ma ne pagano le conseguenze. Ma non è sempre così, ci sono tante persone che ci conoscono, ci rispettano e la loro idea nei nostri confronti non è cambiata dopo quanto successo.
Per questi giovani musulmani, così come per tutti i giovani, è essenziale un terreno fertile in cui i semi della pace, della convivenza, del rispetto delle differenze, possano essere coltivati e maturare nella quotidianità. Lo scoutismo, che sia musulmano o cattolico, si propone come questo luogo, fedele ad un metodo e ad un modello che fa della fraternità uno dei suoi elementi costitutivi”.
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