Oggi celebriamo la solennità della Santissima Trinità. La Chiesa, in questa liturgia domenicale, non vuole di certo proporci una riflessione teologica su questo mistero.
Quando parliamo di Trinità non parliamo di una teoria da studiare o dimostrare: la Trinità è un’esperienza e l’esperienza, in quanto tale, non si dimostra, si può solo vivere.
La Trinità è il modo di essere di Dio, il suo modo di stare con noi. E’ un atto di amore, quell’amore di cui Dio ci invita a fare esperienza, anche se non lo comprendiamo tutto, anche se, logicamente, è un qualcosa che va al di là di ogni possibilità umana, di ogni ragionamento puramente terreno.
E’ un amore innanzitutto che circola, un amore scambiato, continuamente donato e accolto. San Paolo, nella lettera ai Romani, ci parla di un «amore di Dio […] riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» e di un «Signore nostro Gesù Cristo» via maestra per accedere alla pace che è in Dio. Un amore non esclusivo ma una esperienza di vita, di incontro, di passione di cui il Signore vuole farci partecipi.
E’ un amore che nasce da una condivisione, che vuole essere condiviso e che chiama a condividere: «Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso ma dirà tutto ciò che avrà udito […]. Tutto quello che il Padre possiede è mio…».
E’ l’esperienza di un Padre e di un Figlio che, attraverso lo Spirito, abitano in noi: è il movimento di Dio verso l’uomo, un movimento pensato e attuato fin dall’inizio dei tempi affinché ciascun uomo possa sempre più relazionarsi a Dio. «Così parla la Sapienza di Dio: il Signore mi ha creato come inizio della sua attività […], giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo»: ciò che la Sapienza impara da Dio lo porta all’uomo, fa dimora nell’uomo per dargli stabilità, dignità, pienezza di vita.
Siamo chiamati, ogni istante, a cogliere l’andare di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo verso ciascuno di noi, a cogliere questo protendersi di Dio nella storia, nella creazione e nella creazione dell’uomo soprattutto, così come canta il salmista: «Davvero l’hai fatto poco meno di un dio…»!
Non vogliamo spiegare chi è Dio, vogliamo solo immergerci nel suo amore e vivere nel presente con la consapevolezza di ciò che siamo, con passione, guidati da uno Spirito che ci insegna a camminare verso il futuro, verso le cose future… «saldi nella speranza della gloria di Dio», verificando, cioè, continuamente il peso e lo spessore di Dio nella nostra vita.