Perché la pesca è così importante a Sikasso nel sud del Mali, al confine con la Costa d’Avorio? Questa è la regione verde che produce più frutta e tuberi in assoluto (manioca e patate) e li esporta anche in Mauritania e Senegal. Ma la popolazione maliana è legata alla tradizione dei pesci e alla loro cattura a mano libera. Nell’antichità, si dice, l’intera area era rigogliosa e ricoperta di fitte foreste. Il lago, considerato sacro, era popolato di geni e offriva pesci in abbondanza. Per ricreare questo antico mito, la Caritas diocesana di Sikasso assieme alla Campagna della Cei “Il Diritto di rimanere nella propria terra” sostenuta da Caritas, Missio e Focsiv, ha scelto un microprogetto presentato dalla onlus Pozzo di Giacobbe. Si tratta di costruire vasche per allevare pesci d’acqua dolce.
L’obiettivo è rafforzare la politica nazionale di sviluppo della pescicoltura in modo che gli abitanti maliani di questa comunità non siano costretti ad abbandonare il Paese. Nel lago di Bemba ogni anno i dogon celebrano un rito “magico” fatto di pesca e danza: entrano in acqua e si adoperano con mani, bocca e piedi per catturare il maggior numero di pesci che ripongono in una borsa a tracolla fatta di pelli, come racconta il fotografo Matteo Bertolino che ha assistito al rito. Il microprogetto della Cei (sigla MG 93/16) si realizza con poco: bastano 4mila e 400 euro. Non ha l’ambizione di ricreare l’antico splendore del lago di Bemba, ma sicuramente quella di riavvicinare la popolazione alla sua tradizione e di avviare un’attività per la propria sussistenza. Nonostante l’agricoltura florida Sikasso è tra le regioni più povere del Mali, dove il tasso di malnutrizione acuta globale (la sigla dell’Organizzazione mondiale della sanità è Gam) è compreso tra 8,9 e 10,9%. Questo apparente paradosso deriva dal fatto che i prodotti locali sono commercializzati in modo inadeguato e non si valorizzano le tante ricchezze della terra, spiega la Caritas diocesana. Ma c’è anche un’altra risorsa che la Campagna Cei intende sostenere: sono le api, sempre tramite Pozzo di Giacobbe e sempre a Sikasso.
Cinque giovani selezionati nelle parrocchie di Sikasso, Fanterela, Sanzana e Dioue verranno dotati di alveari e cornici mobili, attrezzature di fissaggio e abbigliamento adeguato. Filo di ferro, estrattori, fogli di cera e kit di protezione. Verranno infine formati alla produzione del miele, altamente nutriente e adatto all’esportazione. Il progetto ha sigla MG 92/16. Per finanziare l’uno o l’altro è possibile effettuare un versamento sul conto Caritas Italiana, tramite Banca Popolare Etica, IBAN: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113 – BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A.