La solennità della Santissima Trinità rivela ai discepoli di Cristo le “verità più profonde” sulla passione di Nostro Signore e sul “rapporto tra Gesù, il Padre e lo Spirito Santo”. Lo ha ricordato papa Francesco, durante il Regina Coeli.
Il “discorso di addio” di Gesù avviene quando Lui stesso “sa di essere vicino alla realizzazione del disegno del Padre, che si compirà con la sua morte e risurrezione; per questo vuole assicurare ai suoi che non li abbandonerà, perché la sua missione sarà prolungata dallo Spirito Santo”, ha spiegato il Pontefice.
Tale missione consiste in vari passaggi, a partire dallo Spirito che “ci guida a capire le molte cose che Gesù stesso ha ancora da dire (cfr Gv 16,12)”, che non riguardano “dottrine nuove o speciali” ma “una piena comprensione di tutto ciò che il Figlio ha udito dal Padre e che ha fatto conoscere ai discepoli (cfr v. 15)”.
In altre parole, lo Spirito ci guida nelle “situazioni esistenziali”, con uno “sguardo rivolto a Gesù” e, al tempo stesso, “aperto agli eventi e al futuro”, aiutandoci a “camminare nella storia saldamente radicati nel Vangelo e anche con dinamica fedeltà alle nostre tradizioni e consuetudini”.
Quanto al rapporto tra le tre persone della Trinità, il Santo Padre ha ricordato come “mediante il Battesimo, lo Spirito Santo ci ha inseriti nel cuore e nella vita stessa di Dio, che è comunione di amore”, una vera “famiglia” di tre persone che “si amano così tanto da formare una cosa sola”.
Tale “famiglia divina” non è chiusa in sé stessa, ma è aperta, si comunica nella creazione e nella storia ed è entrata nel mondo degli uomini per chiamare tutti a farne parte”, perché anche noi possiamo “vivere nell’amore e nella condivisione fraterna, certi che là dove c’è amore, c’è Dio”.
La nostra creazione “ad immagine e somiglianza di Dio”, ci indirizza nella relazione, “nella solidarietà e nell’amore vicendevole”, coinvolgendo le comunità ecclesiali, perché “sia sempre più evidente l’immagine della Chiesa icona della Trinità”, così come la “famiglia”, le “amicizie” e l’“ambiente di lavoro”, perché, anche in questi ambiti, si costruiscano “relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato”.
La festa della Trinità, ha aggiunto il Papa a conclusione della meditazione, “ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia”. In questa missione, la forza dello Spirito Santo “cura la carne dell’umanità ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità”.
Al termine della recita della preghiera mariana, Francesco ha fatto riferimento al primo Vertice Umanitario Mondiale, che prenderà il via domani a Istanbul, allo scopo di adottare misure per soccorrere le regioni afflitte da guerre, povertà, crisi umanitarie ed ambientali. “Accompagniamo con la preghiera i partecipanti a tale incontro perché si impegnino pienamente a realizzare l’obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi”, ha sottolineato.
Bergoglio ha poi ricordato la festa della Beata Vergine Maria “Aiuto dei Cristiani”, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai, che si celebra martedì 24 maggio: “ci uniremo spiritualmente ai cattolici in Cina”, ha detto il Papa, pregando Maria di “donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona”.
“In questo Anno Santo della Misericordia possano i cattolici cinesi, insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, divenire segno concreto di carità e di riconciliazione. In tal modo essi promuoveranno un’autentica cultura dell’incontro e l’armonia dell’intera società”, ha aggiunto il Pontefice.