“Un cristiano è un uomo e una donna di gioia, di gioia nel Signore; un uomo e una donna di stupore”. Per questo non bisogna “cercare la felicità in tante cose che alla fine ci rattristano: promettono tanto, ma non ci daranno niente”, come la ricchezza. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta, nella quale ha ribadito che “non esiste un cristiano senza gioia”: “Ma, Padre, io ne ho visti tanti! Non sono cristiani! Dicono di esserlo, ma non lo sono! Gli manca qualcosa”. “La carta di identità del cristiano è la gioia, la gioia del Vangelo, la gioia di essere stati eletti da Gesù, salvati da Gesù, rigenerati da Gesù”, ha spiegato Francesco: “La gioia di quella speranza che Gesù ci aspetta, la gioia che – anche nelle croci e nelle sofferenze di questa vita – si esprime in un altro modo, che è la pace nella sicurezza che Gesù ci accompagna, è con noi”. “Il cristiano – ha aggiunto – fa crescere questa gioia con la fiducia in Dio. Dio si ricorda sempre della sua alleanza”. E a sua volta, “il cristiano sa che Dio lo ricorda, che Dio lo ama, che Dio lo accompagna, che Dio lo aspetta. E questa è la gioia”. Commentando il brano evangelico dell’incontro tra Gesù e il giovane ricco, il Papa ha osservato che quest’ultimo “non è stato capace di aprire il cuore alla gioia e ha scelto la tristezza, perché possedeva molti beni”: “Era attaccato ai beni! Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o servi il Signore o servi le ricchezze. Le ricchezze non sono cattive in se stesse: ma servire la ricchezza è quella la cattiveria. Il poveretto se ne è andato triste…” . “Quando nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità, nelle nostre istituzioni troviamo gente che si dice cristiana e vuole essere cristiana ma è triste, qualcosa succede lì che non va”, l’ammonimento di Francesco.