Mangiare in compagnia fa bene. È per questo che in Danimarca è nato il “Movimento popolare contro la solitudine” (Folkebevægelsen mod Ensomhed) che ha lanciato la campagna “Danmark spiser sammen”, la Danimarca mangia insieme. Tutto è cominciato con la pubblicazione, nel 2015, dei risultati dello studio “Solitudine della popolazione: presenza e considerazioni metodologiche”, commissionato dalla Fondazione Mary e curata da Mathias Lasgaard (University of Southern Denmark) e Karina Friis (Aarhus Universitet).
Serviva qualcosa di nuovo… La Fondazione Mary – creata nel 2007 dalla principessa Mary di Danimarca, consorte australiana del principe ereditario Frederik, con i soldi ricevuti dai danesi come regalo di nozze – ha lo scopo di combattere l’isolamento sociale e in particolare bullismo, violenza domestica, solitudine. Lo studio del 2015, basato su un campione di 33mila danesi valutati in base a un questionario sulla percezione di isolamento sociale delle persone, rivelava che il 4,6% della popolazione soffre di solitudine: vale a dire circa 210mila danesi si sentono soli. I più soli sono – rivela un po’ a sorpresa lo studio – i giovani tra i 16 e i 29 anni e gli over 85. “Alcune Ong in Danimarca stavano già lavorando sul fronte della solitudine, ma è risultato evidente come non fosse abbastanza e che ci fosse la necessità di fare qualcosa di nuovo per ottenere dei risultati”, spiega al Sir Ania Stoltz-Andersen, della København, agenzia di comunicazione che lavora per il “movimento”.
“Eravamo convinti che più si è, meglio è, e che 2+2 avrebbe potuto dare 5”.
Aderiscono 60 associazioni. Così è stato organizzato nel settembre del 2014 un grande simposio a cui sono state invitate le maggiori associazioni e ong che in Danimarca lavorano per la solitudine, per avviare un confronto, identificare gli anelli mancanti e creare un movimento che potesse cambiare l’atteggiamento dei danesi riguardo alla solitudine. L’obiettivo è di “dimezzare il numero di danesi che si sentono soli entro il 2020”, spiega Stoltz-Andersen. L’adesione è arrivata da circa 60 associazioni: ne fanno parte Croce Rossa, associazioni giovanili o per la terza età, di psichiatri e di parenti dei malati di Alzheimer, di Comuni, della Chiesa danese, delle scuole. La prima iniziativa lanciata dal movimento è stata “la Danimarca mangia insieme”: “La solitudine prospera nelle comunità, ma le comunità non si possono creare da sole”.“Condividere i pasti è occasione per socializzare con gli altri, rafforzare le comunità e crearne di nuove”, recita il manifesto dell’iniziativa.
C’è anche il manuale. Così il 25 aprile scorso c’è stato il primo di una serie di eventi nazionali, che proseguono tuttora, il quale ha coinvolto “oltre 20mila persone nel Paese attraverso circa 500 pasti organizzati”, riferisce ancora Stoltz-Andersen e questo aiuta a credere che “nel lungo periodo i pasti potranno aiutarci a fare il primo passo per entrare in contatto con chi non si conosce”. Chiunque può aderire alla campagna: le organizzazioni partner, ma anche aziende, scuole e privati hanno apparecchiato tavola e pubblicato il loro invito sui social e sul sito http://modensomhed.dk dove
è disponibile “Il piccolo manuale per chi ospita e chi è ospitato”, un modello per l’invito con il logo e altri elementi per diffondere la notizia.
E poi c’è una cartina dove ciascuno può individuare il luogo più vicino a sé “dove bolle la pentola”.
Dall’aperitivo alle canzoni. Christiane e Bodil raccontano di aver organizzato una cena a casa loro il 29 aprile e 8 persone sconosciute si sono iscritte per partecipare; costo della cena 7 euro: “Abbiamo mangiato l’antipasto: silenzio. Poi è arrivato il primo piatto, e abbiamo fatto un giro di presentazioni. E da lì è cominciato tutto: Sven-Erik ha cantato una canzone, Mike ha letto una poesia e quando è arrivato il secondo già avevamo iniziato a scambiarci di posto e avevamo brindato più volte. Doveva finire tutto alle 22: a mezzanotte erano ancora lì. Peggy e Mike si stanno organizzando per la prossima cena, Sven-Erik ha invitato tutti a fare un picnic sulla collina”. A Copenaghen, invece, il 1° maggio nel centro della città l’evento si è trasformato in “il mondo mangia insieme”, con pietanze tipiche di diverse parti del mondo. “Alcune associazioni in particolare, come la Croce Rossa, si stanno concentrando sulla comunità straniera e la loro integrazione. Non ci sono iniziative mirate per loro, ma anche tra loro c’è chi soffre la solitudine e l’isolamento ed è quindi un potenziale destinatario dell’iniziativa”.