Ultimamente ci sono state delle discussioni e degli eventi che hanno trattato il tema della generazione della vita anche all’interno della vita di coppia. Reputate che tutti i metodi volti a generare vita siano consentiti a tutti i costi?
Pina Miano: Si parla di un amore che genera vita, che non vuol dire mettere al mondo semplicemente dei figli, poiché il testo parla chiaro. C’è una generatività che è della famiglia che è molto più ampia e non ha solo una dimensione biologica, ma è soprattutto di ordine spirituale. Generare vita non vuol dire solo partorire un figlio, ma significa far crescere la vita e questo è una responsabilità nella quale la famiglia è impegnata e non è soltanto coinvolta nel suo percorso educativo, ma è impegnata anche attraverso quel suo impegno più ampio che è quello della cura del mondo e delle insieme delle relazioni che rendono più umano il mondo stesso. In modo tale da favorire lo sviluppo e la crescita della vita stessa, di cui il papa parla chiaramente quando vede la famiglia come contesto un educativo globale.
Franco Miano: Questo è l’orizzonte: non tutte le forme in cui si mettono al mondo dei figli sono accettabili, perché generare vita ha una valenza più ampia e significa accogliere la vita che ci è donata e significa contribuire a farla crescere in tutte le sue forme, ma non a tutti i costi.
Un amore che non ha paura del cambiamento. Anche per l’Azione Cattolica, voi rappresentate un esempio di famiglia, avete avuto questo cambiamento? Come è cambiata, se è cambiata, la vostra vita coniugale?
Pina: C’è una espressione molto bella del papa che pone più volte che è quella del vino buono che viene alla fine ed è cosi la vita della famiglia in cui non si affievolisce l’amore, ma cresce. La categoria del cammino è fondamentale; nel cammino c’è una crescita, ma ci si può anche perdere. Tuttavia questa strada può anche essere ritrovata e il procedere è un procedere che si fa più intenso e più bello, man mano che si va avanti nelle strada in una vita insieme. Il fatto di aver condiviso sofferenze e gioie rende l’amore più forte se vissuto nella maniera giusta. Se ricominciamo dall’amore e se ci lasciamo interrogare dalle situazioni e non le viviamo in maniera passiva e cogliamo all’interno delle numerose situazioni quello che il Signore ha da dire, quella grazia che ci accompagna in maniere anche sorprendente perché quello che accade all’interno della famiglia, non è quello che una persona si aspetta fin dall’inizio. È bello anche saper accogliere la novità e saperla prendere tra le mani sotto lo sguardo del Signore e questa è una cosa molto importante.
Nell’esortazione si parla di come crescere nell’incontro. Vi siete ritrovati in questa esortazione? Avete una vostra interpretazione personale relativa all’esortazione? E in ultimo, cosa vi sentite di dire alle giovani coppie che decidono di intraprendere un percorso di vita insieme?
Pina Miano: Mi sento di dire che è bello, essere famiglia è una cosa bellissima. Prima di tutto bisogna trasmettere la gioia e la bellezza di essere famiglia. Però non vuol dire che tutto sia liscio nella vita della famiglia; non è un percorso trionfale la vita della famiglia, ma è un cammino fatto anche di asperità, di difficoltà e di fatica. Ma è attraverso la fatica e le difficoltà che la famiglia cresce. Lo stesso papa sottolinea la dimensione della cura, cioè non bisogna dare niente per scontato; bisogna avere quella capacità di rimettersi in cammino e di custodire le cose belle e grandi, custodire ciò che di bello e sacro c’è nell’altro e fare in modo che ciò emerga. Occorre poi custodire la bellezza della comunicazione, del dialogo, attraverso i piccoli gesti con i coniugi, con i figli e con tutte le relazioni possibili. Il papa è estremamente concreto: quando parla delle giovani famiglie occorre iniziare la giornata dandosi un bacio oppure chiudere la giornata insieme, ringraziando il Signore. La vita insieme è fatta anche di piccoli gesti, che diventano a loro volta piccoli riti e ognuno di noi ce li ha questi riti. Però è importante non perdere il senso della bellezza che queste cose hanno, perché è quando ci trasciniamo stancamente e ci disperdiamo e non abbiamo il coraggio di riprendere in mano quello che viviamo, è allora che perdiamo noi stessi e perdiamo il senso di quello che stiamo vivendo, ma perdiamo anche la bellezza della realtà in cui noi viviamo.