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Risonanza “Amoris Laetitia”, A tu per tu con i coniugi Pina e Franco Miano

La lettura di Amoris Laetitia, hanno affermato da parte loro i coniugi Miano, è stata “un momento di grande commozione e di profonda gioia”. E la gioia è stato il sentimento che hanno condiviso, “per un testo magisteriale che nel parlare della famiglia riconduce all’essenziale, a quello che più conta; e lo fa con un linguaggio diretto, semplice, per tutti”. Dunque, non un “testo per addetti ai lavori”, ma “per addetti alla vita”. Quindi, hanno messo l’accento sulla dimensione del cammino, fondamentale per capire il Sinodo ma pure la famiglia. “La categoria del cammino è fondamentale per capire il senso della vita della famiglia che traspare da queste pagine. Che la vita della famiglia sia un cammino viene ripetuto con chiarezza; un cammino in cui non bisogna stancarsi di guardare avanti, di avere grandi orizzonti, non bisogna smettere di sognare, e di cui imparare a gustare ed apprezzare ogni passo senza temere il divenire, le trasformazioni che il cammino porta con sé, avendo piuttosto il senso dell’imperfezione e della crescita”. Abbiamo avuto il piacere di dialogare con il prof. Francesco Miano, già presidente dell’Azione Cattolica nazionale e sua moglie la prof.ssa Giuseppina De Simone Miano, sull’Esortazione Apostolica post-sinodale di Papa Francesco “Amoris laetitia”, sull’amore nella famiglia.

Ultimamente ci sono state delle discussioni e degli eventi che hanno trattato il tema della generazione della vita anche all’interno della vita di coppia. Reputate che tutti i metodi volti a generare vita siano consentiti a tutti i costi?
Pina Miano: Si parla di un amore che genera vita, che non vuol dire mettere al mondo semplicemente dei figli, poiché il testo parla chiaro. C’è una generatività che è della famiglia che è molto più ampia e non ha solo una dimensione biologica, ma è soprattutto di ordine spirituale. Generare vita non vuol dire solo partorire un figlio, ma significa far crescere la vita e questo è una responsabilità nella quale la famiglia è impegnata e non è soltanto coinvolta nel suo percorso educativo, ma è impegnata anche attraverso quel suo impegno più ampio che è quello della cura del mondo e delle insieme delle relazioni che rendono più umano il mondo stesso. In modo tale da favorire lo sviluppo e la crescita della vita stessa, di cui il papa parla chiaramente quando vede la famiglia come contesto un educativo globale.

Franco Miano: Questo è l’orizzonte: non tutte le forme in cui si mettono al mondo dei figli sono accettabili, perché generare vita ha una valenza più ampia e significa accogliere la vita che ci è donata e significa contribuire a farla crescere in tutte le sue forme, ma non a tutti i costi.

Un amore che non ha paura del cambiamento. Anche per l’Azione Cattolica, voi rappresentate un esempio di famiglia, avete avuto questo cambiamento? Come è cambiata, se è cambiata, la vostra vita coniugale?
Pina: C’è una espressione molto bella del papa che pone più volte che è quella del vino buono che viene alla fine ed è cosi la vita della famiglia in cui non si affievolisce l’amore, ma cresce. La categoria del cammino è fondamentale; nel cammino c’è una crescita, ma ci si può anche perdere. Tuttavia questa strada può anche essere ritrovata e il procedere è un procedere che si fa più intenso e più bello, man mano che si va avanti nelle strada in una vita insieme. Il fatto di aver condiviso sofferenze e gioie rende l’amore più forte se vissuto nella maniera giusta. Se ricominciamo dall’amore e se ci lasciamo interrogare dalle situazioni e non le viviamo in maniera passiva e cogliamo all’interno delle numerose situazioni quello che il Signore ha da dire, quella grazia che ci accompagna in maniere anche sorprendente perché quello che accade all’interno della famiglia, non è quello che una persona si aspetta fin dall’inizio. È bello anche saper accogliere la novità e saperla prendere tra le mani sotto lo sguardo del Signore e questa è una cosa molto importante.

Nell’esortazione si parla di come crescere nell’incontro. Vi siete ritrovati in questa esortazione? Avete una vostra interpretazione personale relativa all’esortazione? E in ultimo, cosa vi sentite di dire alle giovani coppie che decidono di intraprendere un percorso di vita insieme?
Pina Miano: Mi sento di dire che è bello, essere famiglia è una cosa bellissima. Prima di tutto bisogna trasmettere la gioia e la bellezza di essere famiglia. Però non vuol dire che tutto sia liscio nella vita della famiglia; non è un percorso trionfale la vita della famiglia, ma è un cammino fatto anche di asperità, di difficoltà e di fatica. Ma è attraverso la fatica e le difficoltà che la famiglia cresce. Lo stesso papa sottolinea la dimensione della cura, cioè non bisogna dare niente per scontato; bisogna avere quella capacità di rimettersi in cammino e di custodire le cose belle e grandi, custodire ciò che di bello e sacro c’è nell’altro e fare in modo che ciò emerga. Occorre poi custodire la bellezza della comunicazione, del dialogo, attraverso i piccoli gesti con i coniugi, con i figli e con tutte le relazioni possibili. Il papa è estremamente concreto: quando parla delle giovani famiglie occorre iniziare la giornata dandosi un bacio oppure chiudere la giornata insieme, ringraziando il Signore. La vita insieme è fatta anche di piccoli gesti, che diventano a loro volta piccoli riti e ognuno di noi ce li ha questi riti. Però è importante non perdere il senso della bellezza che queste cose hanno, perché è quando ci trasciniamo stancamente e ci disperdiamo e non abbiamo il coraggio di riprendere in mano quello che viviamo, è allora che perdiamo noi stessi e perdiamo il senso di quello che stiamo vivendo, ma perdiamo anche la bellezza della realtà in cui noi viviamo.

Marco Sprecacè: