Anche uno solo sarebbe troppo. E’ il caso dei preti pedofili. La bomba esplose sul piano mediatico nel 2002, a Boston. L’inchiesta avviata dal quotidiano “The Boston Globe” fu durissima: resoconti di denunce, di condanne, di complicità e di insabbiamenti di casi di pedofilia da parte di esponenti del clero cattolico. Nella sola Boston finirono sotto accusa 89 sacerdoti e rimossi dall’incarico più di 55 preti: fu proprio l’estensione del fenomeno, oltre alla sua gravità, a sconvolgere l’opinione pubblica. Da allora la risonanza mediatica fu clamorosa. Chiariamolo subito: Charles J. Scicluna, inflessibile “promotore di giustizia” della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dimostrato che le stime “mediatiche” sono sovradimensionate. Dati alla mano i chierici colpevoli di abusi su minori risulterebbero all’incirca lo 0,67%, del circa mezzo milione di preti, dei quali propriamente pedofili lo 0,067%.
Tuttavia anche uno sarebbe troppo.
E chiariamo anche un altro punto: la Chiesa Cattolica è l’unica istituzione al mondo ad aver compiuto una lotta a tolleranza zero contro la pedofilia. Non l’hanno fatta le altre chiese e religioni, tutte pervase dalla pedofilia e con numeri in proporzione anche maggiori, non l’ha fatta nessuna istituzione, né quelle sportive, né quelle sanitarie e neppure quelle educative. Se ci riferiamo alle cifre ufficiali, in Italia secondo il Censis, sulla base dei dati ministeriali, circa lo 0,07% dei casi di pedofilia riguarda il clero: questa è infatti la percentuale di sacerdoti italiani condannati per pedofilia in 50 anni, mentre nella società civile esistono invece 21mila casi di pedofilia ogni anno. Insomma il fenomeno della pedofilia e del suo perverso maleficio permea molte realtà e molte istituzioni. Ma nessuna ha messo in atto una lotta così radicale e così autentica come la Chiesa Cattolica.
Sì, perché un prete pedofilo e abusante è un assassino dell’anima. Sì, perché i danni che le vittime subiscono sono incalcolabili. Sì perché il tradimento del Vangelo è abissale.
Gli effetti della lotta alla pedofilia sono stati evidenti. Il “John Jay Report” (titolo completo “The Nature and Scope of the Problem of Sexual Abuse of Minors by Catholic Priests and Deacons in the United States”) è un documento del 2004 commissionato al John Jay College of Criminal Justice dalla Conferenza Episcopale statunitense, volto a studiare i casi di abusi sui minori all’interno della Chiesa cattolica Sulla base dei dati rilevati, la stragrande maggioranza degli abusi commessi dai preti e denunciati dopo il 2000, riguardano preti formati negli anni tra il 1968 e il 1980: il post sessantotto, un periodo di confusione anche per la Chiesa.
Oggi la formazione dei preti è di gran lunga migliorata e nei preti di recente formazione la percentuale di abusi scende allo zero.
E’ stato Benedetto XVI a dare un impulso decisivo alla lotta contro gli abusi sui bimbi perpetrati dai preti. Nel suo discorso ai vescovi d’Irlanda del 28 ottobre 2006 Benedetto XVI si è duramente espresso contro i crimini dei sacerdoti e dichiarò senza esitazione che «è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi». E poi a Sydney, a Malta e nel Regno Unito ha voluto incontrare ed ascoltare alcune vittime, che finalmente uscivano dall’oscurità. I sopravvissuti all’assassinio dell’anima ebbero finalmente il primo riconoscimento del loro dolore.
Ora Papa Francesco chiude definitivamente il cerchio: no anche alla negligenza, all’omertà, al silenzio. Nessuna complicità, neanche vaga.
Papa Francesco ha varato una nuova disposizione che prevede la rimozione dei vescovi e dei superiori religiosi che si sono dimostrati negligenti nel “proteggere coloro che sono i più deboli tra le persone loro affidate”. In particolare, nella lettera apostolica Motu Proprio il Pontefice stabilisce con più chiarezza rispetto al passato la procedura che, in base al canone 193 già esistente, può portare alla rimozione dei vescovi che compiono omissioni nel caso di sacerdoti colpevoli di abusi sessuali su minori. Si chiude un cerchio. Sì, perché anche uno solo sarebbe troppo.